“Apprendiamo che la magistratura ha aperto un’indagine sulla Palazzina Marconi di Budrio, per demolire la quale le nostre amministrazioni avevano apposto una variante alla pianificazione territoriale ed urbanistica, nonché esercitato le loro “pressanti richieste” sulla Sovraintendenza per i beni culturali dell’Emilia-Romagna affinché rimuovesse il vincolo sull’immobile, espressamente apposto al fine di tutelarne l’interesse storico testimoniale.

A seguito delle nostre numerose denunce, la Giunta si era vista costretta a risponderci, e l’assessore coinvolto, di nuovo Alfredo Peri, ci aveva tentato di tranquillizzare spiegandoci che non era stato nemmeno necessario attivare la “pressante richiesta” candidamente ammessa sul sito della Provincia “affinché fosse superato il vincolo di tutela per interesse culturale del complesso ex centro trasmittenti ad onde medie di Budrio – dando così il via all’ennesimo progetto di un centro commerciale in aperta campagna.

Nella lettera scritta a sei mani a firma dell’assessore regionale Peri, il vicepresidente provinciale Venturi e il sindaco di Budrio Pierini, si faceva presente che il progetto: è stato “fortemente voluto” dalle tre amministrazioni; che “non serve riportare qui” le “dimensioni economiche dell’intervento” e delle sue ricadute in “termini economici e lavorativi”.

Cosa che, come avevamo già detto, in un paese civile, avrebbe comportato quantomeno le dimissioni di tutti e tre i firmatari. A maggior ragione, ora che la procura ha aperto un fascicolo mi piacerebbe che qualcuno, ogni tanto, si prendesse le proprie responsabilità e ammettesse quantomeno la propria superficialità nel adoperarsi per fare favori ai soliti amici e noti. In tutto ciò, mi chiedo e ci chiediamo: la Sovraintendenza, da che parte sta?

Rendiamo noto che trasmettiamo quindi al pm Morena Plazzi, il materiale in nostro possesso, ovvero interrogazione regionale, risposta dell’assessorato e comunicati stampa.

Alleghiamo anche le interrogazioni delle nostre senatrici Elisa Bulgarelli e Michela Montevecchi al ministro Bray di aprile e maggio. Come dice la stessa Michela Montevecchi: “Le loro pressioni delle istituzioni sulla Sovrintendenza, che hanno trovato pronta sponda nell’Architetto Di Francesco, sono un’ingerenza in un organo territoriale alle dipendenze del Ministero, inaccettabile”.

Attendiamo che le istituzioni deputate riportino ordine nelle competenze e blocchino ingerenze che deturpano a proprio uso e consumo beni pubblici”.

 

(Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna)