centrale-biomasseLa Conferenza dei Servizi di questa mattina ha deciso di sospendere i singoli procedimenti autorizzativi richiesti da SFIR per la realizzazione di impianti a biomasse nell’area dell’ex zuccherificio di San Pietro in Casale. L’intero progetto, per la sua dimensione, necessita infatti della valutazione di impatto ambientale (VIA) mediante la procedura dello screening disciplinata dalla normativa europea, che non può essere elusa con l’autorizzazione per stralci.

L’accordo del dicembre 2010 prevedeva la costruzione di almeno 4 MW di impianti da fonte rinnovabile di diverso tipo – biogas, cippato, pirolisi, spremitura e combustione di oli vegetali, e fotovoltaico – in un contesto di nuove attività manifatturiere e logistiche che dovevano dar luogo a un vero e proprio Parco energetico.

Viceversa, nel 2012 l’azienda ha presentato due domande, una per il biogas e l’altra per la combustione di cippato, a distanza di sei mesi l’una dall’altra, del tutto avulse dall’obiettivo finale concordato.

A questo punto la procedibilità delle singole domande richiede preliminarmente una valutazione dell’impatto ambientale dell’intero progetto di riconversione dell’ex-zuccherificio.

“L’esame dei singoli progetti si ferma qui – ha commentato l’assessore all’Ambiente della Provincia di Bologna Emanuele Burgin – o si valuta l’impatto ambientale dell’intera riconversione, ovviamente ottenendo un risultato positivo, o non se ne parla più”.

Rincara la dose il sindaco di San Pietro in Casale Roberto Brunelli, “è arrivato il momento di risedersi al tavolo regionale e valutare progetti alternativi che salvaguardino principalmente l’occupazione e che tengano conto del mutato contesto territoriale”.