morini_pd_sassuoloIl sig. Hera, che con tanta solerzia ha voluto rispondermi segnalando uno sbaglio nei costi della tares del 2013 a Sassuolo – magari fosse altrettanto solerte per le segnalazioni dei disservizi sul territorio da lui gestito – dimentica ancora una volta di mettersi dalla parte dei cittadini, e preferisce, bontà sua, non vedere quanti soldi effettivamente preleva dalle nostre tasche.

Il Sig. Hera sostiene che il costo del servizio Tares 2013 a Sassuolo è di 7,78 milioni di €, vero! Ma a questo vanno aggiunti il 10% di IVA e altri 983mila euro di costi, tra cui fa la parte del leone il famoso fondo rischio crediti che Hera naturalmente fa pagare ai cittadini. Il totale fa appunto quei 9,5 milioni di cui ho parlato e che sono quanto effettivamente i Sassolesi devono pagare per la TARES. Con un aumento netto dall’anno scorso del 9,76%

Ancora il Sig. Hera parla di eccellente equilibrio economico dell’azienda, unico nel panorama italiano; tutto vero, mi sia consentito ribadire la mia idea, secondo la quale una società simile dovrebbe prestare maggiore attenzione al territorio, visto che le risorse pare averle, perché ad oggi continua ad essere percepita dai cittadini e dagli amministratori locali un po’ troppo lontana.

Un’ultima cosa sui dati di bilancio, forse sono cosi brillanti anche perché ad esempio solo per Sassuolo si incamerano 300.000 € per una non meglio precisata remunerazione del capitale; a fronte di utili costantemente in crescita si continua a dare, da tre anni a questa parte, lo stesso dividendo ai soci. E che dire dell’utilizzo di strumenti derivati o dell’acquisto di titoli del tesoro che di certo non rientrano nell’attività principale della società ? Sono in misura coerente o se ne sta facendo un uso eccessivo a discapito dei cittadini?

Infine, il sottoscritto è un consigliere comunale eletto nelle file del Partito democratico, quando fa un’affermazione, giusta o sbagliata che sia, ci mette sempre la faccia, auspicherei che in un prossimo eventuale comunicato di risposta ci fosse un nome e un cognome, insomma qualcuno con cui dialogare: è il principio basilare della democrazia, nascondersi dietro ad un marchio, per quanto forte e potente, consente di allontanare da sé eventuali responsabilità o critiche che invece, quando si svolge un servizio per i cittadini, bisogna essere in grado di accettare in prima persona.

(Sandro Morini)