Caterina-LiottiLa coordinatrice delle Democratiche modenesi e presidente del Consiglio comunale di Modena Caterina Liotti commenta il varo del decreto legge contro la violenza di genere e i femminicidi.

«Finalmente il Governo ha varato il decreto legge di contrasto alla violenza di genere e al fenomeno, tristemente in continua espansione, dei femminicidi. Anche grazie alle esperienze di quanti hanno lavorato su questi temi negli ultimi anni, l’Esecutivo Letta ha emanato norme che danno una soluzione positiva a questioni fondamentali per l’operatività del provvedimento, quali l’allontanamento del coniuge violento, l’irrevocabilità delle querele dopo le denunce, l’arresto del violento se colto in flagrante, l’aumento delle pene in caso di violenze perpetrate davanti a minori. Un segnale importante, insomma, che avvia il percorso per dare concretezza alla Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica approvata, dopo mesi di attesa, come uno dei primi atti di questo Parlamento. L’ anno scorso, l’Italia aveva ricevuto anche una ammonizione da parte dell’ONU proprio per la inefficacia della sua legislazione, incapace di difendere le donne vittime di stalking e di violenze fisiche e sessuali. E’ chiaro che fondamentali saranno anche le azioni trasversali di tipo culturale che le comunità saranno in grado di mettere in campo. Andranno sostenute adeguatamente per una loro diffusione più ampia possibile e realizzate attraverso la valorizzazione di tutti quei soggetti – penso ai Centri antiviolenza e alle associazioni femminili – che in questi anni hanno cercato faticosamente di arginare questo drammatico fenomeno. Per poterne immaginare una riduzione, infatti, occorre investire molte energie nel cambiamento culturale delle relazioni di potere uomo/donna, soprattutto nella sfera affettiva e familiare. Per questo auspico interventi educativi capillari e strutturati in ogni scuola di ordine e grado. Il Parlamento, subito dopo la pausa ferragostana, converta rapidamente il decreto, in modo che i nuovi provvedimenti non rimangano poi lettera morta. Soprattutto si prevedano adeguati finanziamenti per tutte le azioni messe in campo. Io credo che davvero possiamo parlare di una legge che il Paese e le donne attendevano da tempo».