Claudio ArgilliE’ inaccettabile l’esclusione dei lavoratori in somministrazione e dei co.co.co dai percorsi di stabilizzazione dei precari della PA previsti dal Governo con l’apposito decreto legge. Si tratta di 42.000 co.co.co e quasi 10.000 somministrati a livello nazionale, che in provincia di Modena sono oltre un centinaio di somministrati e circa 500-600 collaboratori.

Si tratta di lavoratori impiegati in tutti i settori del pubblico impiego, prevalentemente Enti locali e Sanità, che sono stati utilizzati continuativamente in sostituzione di lavoro stabile prestando servizio in tutte le amministrazioni e assicurando, assieme ai colleghi dipendenti, la qualità e continuità del servizio.

Il paradosso di questo provvedimento è che il collega che ha lavorato con contratti a tempo determinato stipulati direttamente con la PA può partecipare ai futuri percorsi di stabilizzazione, mentre lavoratori somministrati dall’agenzia e gli stessi co.co.co, anche con anzianità di servizio elevate, saranno esclusi dalla possibilità di stabilizzarsi.

E’ forte il rischio che si ripetano episodi come quello recente dell’Asp Charitas (Servizi Assistenziali per Disabili) di Modena dove, senza alcun avviso ai sindacati, è stato cambiato l’appalto di servizi e alcuni lavoratori somministrati di lunga data, mai stabilizzati, non sono più stati richiamati (nemmeno per sostituzioni temporanee) per il rischio di una causa legale vista l’alta anzianità di servizio.

Il provvedimento del Governo è indiscutibilmente una prima risposta al problema dei precari della PA, ma è altresì parziale e discriminatorio verso interinali e co.co.co.

Nidil e Cgil sollecitano perciò Governo e Parlamento affinché in fase di conversione del decreto si ponga rimedio a questo evidente errore e vengano date uguali possibilità a tutti i lavoratori precari della PA.

 

(Claudio Argilli, segretario sindacato lavoratori atipici Nidil/Cgil Modena)