Bomporto-ponte2Il progetto preliminare del nuovo ponte sul Panaro sarà presentato ai consiglieri comunali di Bomporto e Ravarino nel corso di un incontro in programma mercoledì 18 settembre, alle ore 19, nella sala del Centro civico polifunzionale del Tornacanale in piazza Matteotti a Bomporto. Previsti gli interventi di Alberto Borghi, sindaco di Bomporto, e Marino Gatti, sindaco di Ravarino.

L’iniziativa si svolge in vista di un ulteriore appuntamento serale aperto al pubblico, previsto nei prossimi giorni dal Comune di Bomporto, per presentare il progetto anche tutti i cittadini.

Tecnici e progettisti (gli ingegneri Alessandro Manni e Eugenio Santi della Provincia e l’ingegnere Raffaele Poluzzi dell’Università di Bologna) illustreranno le caratteristiche principali di un’opera che avrà un costo complessivo di 3,4 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione nell’ambito dei fondi della Protezione civile destinati alla ricostruzione dopo il sisma del maggio 2012.

Il ponte attuale, infatti, è stato gravemente danneggiato dalle scosse ed è tuttora percorribile (a senso unico alternato con semaforo) solo dalle automobili, quindi mezzi pesanti esclusi «con gravi disagi – sottolinea Egidio Pagani, assessore provinciale alle Infrastrutture – soprattutto per le imprese quindi per tutta l’economia di questa zona strategica al confine con il bolognese. Il nostro obiettivo, una volta terminate le procedure di esproprio dei terreni e realizzati il progetto definitivo e la gara d’appalto, è quello di partire con i lavori entro il 2014».

In base al progetto, infatti, il nuovo ponte sarà caratterizzato da una sola arcata di 76 metri tutta in acciaio che sarà realizzata in un’area adiacente al cantiere e trasportata successivamente con speciali carrelli sulla sede definita, attigua al ponte attuale che sarà demolito. Il “varo” del nuovo ponte avverrà nell’estate del 2015, quando i livelli del fiume più bassi. La carreggiata sarà larga 14 metri con due piste ciclabili ai lati delle due corsie di marcia.

Il progetto non prevede pile in alveo, garantendo una maggiore tutela ambientale dell’ecosistema fluviale. Una soluzione individuata dopo uno studio specifico delle caratteristiche idrauliche di questo tratto di fiume realizzato in collaborazione con l’Università di Modena.