Ivano-Dionigi-RettoreIl Senato accademico dell’Università di Bologna ha espresso oggi parere favorevole relativamente al bilancio di previsione 2014 di 605,7 milioni.

Un bilancio che risente pesantemente del taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che nel periodo 2012-2014 è stato pari a circa 25 milioni (di cui 20 milioni come minor assegnazione FFO e 5 milioni come interruzione del finanziamento dei ricercatori “Mussi”). Questo dato è il risultato di una politica contraddittoria che da un lato dichiara e legifera l’incentivazione degli atenei virtuosi, dall’altro mette in campo sistemi indifferenziati di distribuzione delle risorse che mettono in difficoltà e umiliano tutto il sistema universitario.

Per quanto riguarda le macro-aggregazioni di spesa, l’Università di Bologna riuscirà comunque a garantire elevati standard qualitativi e di servizio, evitando tagli nei settori fondamentali. Nello specifico: 22,4 milioni per la didattica, 30,8 milioni per la ricerca, 19,5 milioni per i servizi agli studenti, 13,9 milioni per le relazioni internazionali (i dati non sono comparabili con quelli dell’anno scorso in quanto l’introduzione del Bilancio Unico ha richiesto nuovi criteri di classificazione). L’Ateneo sarà inoltre in grado di garantire il finanziamento del turnover (circa 140 punti organico già deliberati e assegnati ai dipartimenti). Un bilancio oculato e severo che è anche il risultato di una politica improntata al risparmio, di cui 7 milioni nel 2014 derivanti da un’attenta politica di revisione nell’ultimo triennio della spesa dell’amministrazione generale.

“Mentre il bilancio 2014 ci consente di raggiungere i nostri obiettivi – commenta il Rettore Ivano Dionigi – decisamente incerto e problematico si prefigura il 2015. Perché, laddove si intendano garantire due tratti distintivi e prioritari dell’Alma Mater, il turnover massimo consentito e il livello di servizi agli studenti, sarà necessario procedere ad un’ennesima revisione della spesa complessiva. A questo punto la scelta pare obbligata: o si riconosce concretamente il merito dei atenei virtuosi con adeguati finanziamenti oppure tutto il sistema universitario ne risentirà inevitabilmente. Non è tollerabile che in questo Paese sia allo stesso modo penalizzato chi fa e chi non fa, chi fa bene e chi fa male”.