carabinieri-manetteLe armi sono nel DNA della “famiglia”! La madre è ai domiciliari a Reggio Emilia per aver nascosto con oculatezza fra i panni sporchi, un fucile a pompa calibro 12 e una cinquantina fra cartucce e pallettoni dello stesso calibro allorquando viveva a Rosarno, il padre finì nei guai una decina di anni fa al culmine dell’operazione Edilpiovra (in cui la ’ndrangheta ha fatto più che capolino ndr) e lo stesso odierno arrestato nel 2009 era finito in manette a Rosarno per detenzione illegale di armi. Torna quindi alla ribalta delle cronache un 23enne residente a Rosarno ma di fatto abitante con la famiglia a Reggio Emilia dove è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce che hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria dovendo lo stesso espiare una condanna a 3 anni, 6 mesi di reclusione per il reato di detenzione illegale di armi.

Quando l’altro pomeriggio i Carabinieri di Via Adua si sono presentati presso l’abitazione della madre (peraltro ai domiciliari ndr) la donna alla richiesta dei carabinieri ha negato la presenza del figlio che è stato bloccato dai militari mentre si trovava su un terrazzo di una camera pronto a fuggire. I Carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce (che avevano circondato l’immobile proprio per evitare la fuga del ragazzo) non hanno infatti creduto alla madre procedendo ai controlli nell’abitazione che hanno portato a localizzare il giovane che veniva fermato ed arrestato in esecuzione al citato provvedimento restrittivo concernente una condanna per fatti riguardanti illecita detenzione di armi risalenti al 2007 allorquando l’interessato era minorenne.

Modalità di arresto che ricordano quelle del 2009 a Rosarno allorquando venne arrestata la madre. La donna quel giorno di aprire la porta non ne voleva proprio sapere e per entrare gli inquirenti erano stati costretti a forzare la saracinesca del garage comunicante con l’abitazione. Una volta dentro oltre al fucile a pompa e cartucce nascoste in lavatrice venne trovato anche il figlio (ovvero l’odierno 23enne ndr) nascosto sotto il tetto (era ricercato per aver sparato, a mo’ di bravata, in piazza a Rosarno). Il giovane al termine delle formalità di rito è stato condotto nel carcere di Reggio Emilia per l’espiazione della pena.