cons-Focherini-1È stato interamente dedicato alla memoria di Odoardo Focherini, il carpigiano Giusto tra le nazioni, beato e medaglia d’oro al valore civile che salvò oltre cento ebrei dalla persecuzione nazista, il Consiglio provinciale di lunedì 3 febbraio che ha celebrato il Giorno della memoria della Shoah.

Il Consiglio, come ha spiegato il presidente Demos Malavasi, rientra nel percorso che la Provincia di Modena ha iniziato nel 2011 per ricordare e valorizzare le figure degli otto Giusti modenesi, Odoardo Focherini, don Dante Sala, don Arrigo Beccari, Giuseppe Moreali, i coniugi Sisto e Albertina Gianaroli, Antonio Lorenzini e don Benedetto Richeldi, in onore dei quali è stata affissa una lapide nell’atrio del palazzo della Provincia e sono stati piantati sette ulivi, in altrettante scuole superiori, che di anno in anno vengono affidati alle cure di una classe. Il Consiglio si è quindi aperto con la deposizione ai piedi della lapide di una corona in memoria dei Giusti.

La figura di Odoardo Focherini, nell’anno del settantesimo anniversario della morte, avvenuta il 27 dicembre 1944 nel campo di Hersbruck a soli 37 anni, è stata ricordata inizialmente dal vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina che ha ripercorso la sua storia di uomo e di cristiano che «in ogni situazione ha offerto una testimonianza di servizio, ricercando il bene e l’interesse di tutti». Ha poi parlato la figlia Paola, ultima dei sette avuti da Focherini con Maria Marchesi, che ha reso viva l’immagine del «babbo» che non ha mai conosciuto (fu arrestato quando lei aveva tre mesi), vitale e infaticabile sempre sostenuto dalla fede e dall’amore della moglie. Al Consiglio ha portato la sua testimonianza anche Giorgio Lampronti, salvato da Focherini insieme alla sua famiglia quando aveva solo 8 otto anni e infine c’è stato l’intervento del rabbino di Modena e Reggio Emilia Beniamino Goldstein che ha affermato come «per comprendere la grandezza delle azioni di Focherini non bisogna dimenticare il contesto tremendo nel quale furono compiute».

Chiudendo il Consiglio, il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha ricordato che «la società ha sempre bisogno di testimoni e la stagione che stiamo vivendo purtroppo non ne offre molti: dobbiamo avere la capacità di assumere quanto queste persone hanno dato alla società come viatico per la nostra vita quotidiana».