genitori-famigliaSi è tenuto mercoledì 19 Febbraio con grande presenza di pubblico – segno questo che l’argomento della serata è molto sentito – il previsto incontro con S. E. Mons. Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio E. – Guastalla, nel corso del quale egli ha risposto ad alcune domande inerenti il tema: «La famiglia in prima linea».

È veramentedsifficile esprimere in poche righe quanto è stato detto nel corso della serata. La conversazione di Mons. Vescovo si è sviluppata partendo dallo stesso contesto storico iniziale, visto ed interpretato alla luce della fede cristiana. Secondo il disegno di Dio, la famiglia è all’origine della storia dell’uomo. Tutta l’umanità ha avuto origine e si è sviluppata all’interno della famiglia dovel’uomo e la donna si riconoscono essere complementari l’uno rispetto all’altra, si completano a vicenda. La, loro unione diventa un atto di amore, di donazione reciproca grazie al quale essi diventano strumenti di trasmissione e accoglienza della vita e dunque di continuità del genere umano, diventano i protagonisti nelle cure parentali e nell’educazione e formazione dei figli, diventano mezzi di trasmissione tra le generazioni e quindi di accettazione, di tutela e di assistenza degli anziani.

Bisogna tuttavia riconoscere che fin dall’inizio l’uomo ha cominciato a cercare in se stesso l’onnipotenza, a contestare la superiorità di Dio, la sua autorità.

Rimane comunque in tutte le epoche, in tutte le civiltà la centralità della famiglia, riconosciuta come nucleo fondante di ogni tipo di società organizzata.

Tuttavia, continua Mons. Vescovo, in tempi più recenti, la contestazione dell’autorità accompagnata ad una comprensibile opposizione a qualsiasi forma di dispotismo ha messo in crisi anche il concetto stesso di legittima autorità. La conseguenza di ciò è che è andata in crisi l’autorità nella società civile, quella nella scuola, nelle famiglie.

La rivoluzione culturale di fine anni sessanta ha appunto rimesso in discussione l’essenza stessa, la composizione ed il ruolo o funzione della famiglia. Da qui l’introduzione del divorzio e dell’aborto, presentati come un diritto, una forma di civiltà. In realtà l’aborto è un omicidio, non è mai segno di civiltà, né di libertà: mai. Anche il divorzio non è segno di civiltà perché “l’uomo è chiamato a vivere l’amore per sempre”.

Stiamo vivendo un momento di paura, di incertezza di attacco in tutti i sensi al ruolo della famiglia. Tuttavia la sindrome da stato d’assedio – dice Mons. Camisasca – non serve a nessuno. Indubbiamente c’è una lotta contro la famiglia, tuttavia, come cristiani, come credenti, dobbiamo guardare in avanti. Sì, ma come? Cosa fare allora, quali sono le prospettive? Purtroppo le prospettive future per la famiglia sono molto buie. Occorre innanzitutto, allora, recuperare la consapevolezza di se stessi e del ruolo originario della famiglia cristiana. La Speranza è una virtù teologale. Per un cristiano avere speranza significa credere che con l’aiuto di Dio si può e si deve guardare in avanti e si può vivere la fraternità.

La crisi che stiamo vivendo non è superabile in tempi brevi. Viviamo una fase di instabilità, di debolezza, di de-crescita, di mancanza di identità, ecc. Come fermare questo trend negativo?

A livello legislativo le maggioranze vanno in altre direzioni; allora cosa possiamo fare? Dobbiamo mostrare la bellezza dell’essere, del fare famiglia, dunque la testimonianza è il fattore di cambiamento. . Riguardo al D. di L. “Scalfarotto” (detto anche “Legge contro l’omofobia”) che si ripropone anche il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, il riconoscimento degli “LGBT” con possibilità di adozione per le famiglie composte da omosessuali, dell’educazione sessuale dei bambini a partire già dalla scuola per l’infanzia, ecc., Momns. Camisasca ha riaffermato che “non dobbiamo cadere nella sindrome dell’accerchiamento”. Come cristiane e credenti dobbiamo comunque opporci alla legge e affermare il ruolo della famiglia, della complementarietà dei sessi e della corretta educazione dei figli. Su questi tipi di problemi la Chiesa, come ha già fatto, interverrà nuovamente a sostegno della giustizia, della verità, della famiglia.

È poi stato dato spazio al pubblico che è intervenuto ponendo a Mons. Vescovo alcune domande alle quali egli ha prontamente risposto con approfondimenti e chiarimenti rispetto a quanto aveva già detto.

Al termine della conversazione è stato rivolto a Mons. Vescovo un lungo applauso ed un sincero ringraziamento per la sua disponibilità e per la chiarezza espositiva.

(Per il “Circolo Culturale G. Toniolo, Luciano Venturelli)