L’obiettivo è “l’autosufficienza regionale, compresi i rifiuti speciali”. Le condizioni per farlo sono “una nuova gerarchia dei rifiuti che superi l’attuale sistema, mettendo il recupero della materia al primo posto”, poi “la raccolta differenziata a partire dal 70%”, “una seria attività di prevenzione dei rifiuti” e “il divieto di nuova impiantistica”. Sono queste le linee guida della proposta di Piano regionale di gestione dei rifiuti, “con validità a tutto il 2020”, presentata questa mattina dal sottosegretario alla Presidenza della Regione, Alfredo Bertelli, alla commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli.

Il sottosegretario ha inizialmente ripercorso tutto l’iter del provvedimento, “perché per proseguire il dibattito con serenità è meglio non ci siano ombre, dopo le polemiche sollevate a mezzo stampa”: il Piano regionale nasce con un atto della Giunta del 30 luglio 2012, successivamente approvato dalla commissione competente e su cui l’Assemblea legislativa si è espressa, nel giugno 2013, con un ordine del giorno che definiva le linee di indirizzo che la Giunta avrebbe dovuto adottare. Cosa avvenuta e dal momento della pubblicazione della proposta di Piano sono a disposizione di tutti i portatori di interesse 60 giorni per presentare le proprie osservazioni. “Abbiamo bisogno di rendere il piano efficace il prima possibile, perché prima arriva l’autosufficienza meglio è- afferma Bertelli-, intorno a noi sono presenti molte situazioni di emergenza, e alla luce anche del decreto collegato ambientale e del piano nazionale sugli inceneritori non è detto che le Regioni siano tutte unite su questo tema, anzi, le Regioni virtuose potrebbero essere in minoranza”. Il Piano regionale, assicura Bertelli, “è perfettamente in scia alle norme nazionali ed europee” e vuole permettere di “abbandonare le discariche, recuperare al massimo e superare gli inceneritori, per spingere nuove filiere industriali del recupero”. D’altronde, continua, “attivare iniziative per trattare rifiuti urbani e speciali in questa regione è un doppio vantaggio, perché così evitiamo il trasporto sul territorio”.

Per quanto riguarda gli impianti, “da qui al 2020 non ci sarà un solo nuovo impianto, mentre saranno numerose le dismissioni. Le discariche di rifiuti urbani e assimilati- prosegue il sottosegretario- passeranno da 10 a 4, preferendo alle soluzioni transitorie il pre-trattamento altrove; l’obiettivo è arrivare alla quota minima di discariche strategiche imprescindibili”, mentre per quanto riguarda gli inceneritori “non concederemo nessuna nuova autorizzazione, cesseranno gli impianti di Ravenna nel 2018 e di Piacenza nel 2020, mentre è previsto un ridimensionamento per Modena, Coriano in provincia di Rimini e Forlì”. Deve comunque essere chiaro, conclude Bertelli, che “ciò che succede negli impianti non può non influire sulle tariffe, e non credo sia il caso di far saltare il banco forzando la mano sulle chiusure- avverte-. Nel caso, gli investimenti da rimborsare non potrebbero che finire nelle bollette dei cittadini”.

Giovanni Favia (Misto) attacca prima di tutto sull’iter di approvazione: “Non era chiaro il fatto che l’adozione preliminare dell’Assemblea non fosse necessaria, e in ogni caso è logico che l’approvazione finale debba avvenire dopo le osservazioni, la salvaguardia dei cittadini deve essere sempre al primo posto”. E anche nella sostanza, il giudizio è netto: “Il piano fa credere possibili azioni che non saranno mai messe in pratica e in due anni si può chiudere il primo inceneritore, senza aspettare il 2018 o il 2020″. Inoltre, “il Piano viene sottoposto al giudizio di Province in via di cancellazione e di Comuni ormai in campagna elettorale, non proprio il massimo”.

Anche per Liana Barbati (Idv), “la mancanza di possibilità di emendare inficia sicuramente la qualità del lavoro dei consiglieri”, senza considerare poi che “non si è scelto di intervenire seriamente sulla riduzione della produzione di rifiuti alla fonte” e “si parla di voler chiudere le discariche mentre quella di Poiatica, nel reggiano, viene aumentata”.

Gabriello Meo (Sel-Verdi) rimarca che “è necessaria una interlocuzione intermedia”, anche se “è importante non farsi calare il piano dall’alto” e soprattutto che “la chiave del successo di un piano rifiuti è offrire ai cittadini un sistema che funziona e a cui partecipano volentieri, per questo bisogna trattare il porta a porta, anche a livello di costi, come un sistema utile, quale effettivamente è”.

Il giudizio di Andrea Defranceschi (M5s) è netto: “La Giunta disegna il mondo dei sogni, la credibilità di questo piano rifiuti è un problema oggettivo, bisognerebbe fidarsi di ciò che è scritto quando però fino ad oggi si è detto il contrario- accusa-, e in ogni caso è palese a tutti che poi le multiutilities, Hera in testa, fanno ciò che vogliono”.

Per Monica Donini (Fds) “il problema è stato fissare tempo fa l’obiettivo dell’autosufficienza provinciale, che è stata raggiunta ma con una impiantistica sovradimensionata”, mentre “ora l’obiettivo dell’autosufficienza regionale da raggiungere con prevenzione e differenti modalità di raccolta, stabilito che la forma peggiore è la discarica, e lo è”. Inoltre, sostiene la consigliera, “le amministrazioni locali devono potersi affrancare dalle deleghe in bianco alle multiutilities, che sono sistematicamente in conflitto di interessi”.

Paola Marani (Pd), invece, sottolinea come “non dobbiamo cedere alla tentazione di valutazioni di carattere generale e che non tengano conto dei dati, faccio fatica a sentirmi colpevole della proliferazione di impianti che però ci hanno permesso di non avere rifiuti per strada, di non vivere le emergenze di altre parti del Paese”. Se la via da percorrere è la differenziata, “ricordiamoci che la Regione fornisce già incentivi, ora servono sforzi propositivi da parte di amministrazioni e gestori”. Quanto al percorso e alla necessaria condivisione, “propongo che vi sia un ulteriore passaggo in Assemblea legislativa prima di quello che vedrà l’Aula pronunciarsi sul via libera o meno al Piano”.

Infine, Stefano Cavalli (Lega Nord) porta l’attenzione sul problema dei “rifiuti che arrivano da altre regioni, che noi accettiamo sempre supinamente”, e sui “rifiuti speciali che circolano a nostra insaputa sul territorio: non sappiamo cosa vi sia dentro e sono pericolosissimi”. Cavalli chiede poi una udienza conoscitiva in commissione, “perché questo piano è il libro dei sogni, e noi invece abbiamo bisogno di realtà”.

Il presidente Zoffoli rassicura tutti quanto al percorso in commissione: “Dopo l’informativa di oggi della Giunta, porteremo avanti l’istruttoria, il confronto e l’ascolto della società civile, prevedendo anche un’udienza conoscitiva. E l’approvazione finale spetterà solo all’Assemblea legislativa. In sostanza, abbiamo davanti molto lavoro da fare”.