polizia_postale_2Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. E’ in tal senso diabolica la decisione del Ministero dell’interno di continuare la politica dei tagli chiudendo sul territorio Uffici di Polizia di importanza strategica come l’Ufficio della Polizia Postale. Mentre tutte le polizie europee si rafforzano e si specializzano nel settore delle telecomunicazioni perché ritenuto avveniristico, noi italiani lo riteniamo superfluo e quindi oggetto di tagli fatti nel nome di una pseudo riorganizzazione che è sempre più sinonimo di eliminazione!

Quindi mentre nel nostro paese aumentano le truffe telematiche e anche le più grandi organizzazioni criminali si specializzano nell’uso di nuove tecniche di comunicazioni e dell’uso del web, la Polizia di Stato arretra lasciando campo libero al nemico, mettendo in atto una vergognosa ritirata venduta per ritirata strategica.

E’ certamente condivisibile l’idea di una riorganizzazione dei presidi delle forze dell’ordine ma a parere di questa O.S., non può esistere riorganizzazione vera se prima non si procede ad una riforma dell’intero comparto sicurezza, che veda attraverso l’unificazione delle forze di Polizia una più corretta ridistribuzione di compiti e funzioni ed una moderna dislocazione dei presidi sui territori.

In Europa amiamo fregiarci di pessimi primati, siamo l’unico stato ad avere cinque forze di Polizia, qualcuna ancora ad ordinamento militare, che oltretutto comunicano poco e male tra di loro. Come se non bastasse, se a queste aggiungiamo il numero degli agenti di polizia municipale dei vari comuni, ci aggiudichiamo il primato assoluto per numero di operatori impiegati in rapporto alla popolazione di tutto il territorio nazionale!

Allora ci chiediamo, è la carenza di organico a destabilizzare il sistema sicurezza o l’incapacità di adottare un modello nuovo di sicurezza al passo con i tempi e con le più grandi democrazie europee? Perché in Italia non è possibile avere una unica forza di Polizia democratica e veramente sindacalizzata capace di mettere in atto un nuovo modello di sicurezza partecipata in sinergia con altre realtà locali?

Siamo sicuri di trarre benefici dalla chiusura di importanti e strategici uffici di Polizia in provincia?

Cosa succederà all’indomani della chiusura della Sezione di Polizia Postale di Modena?

Quanto risparmierà lo stato dalla chiusura di questo ufficio di polizia?

Bene, noi due conti ce li siamo fatti e siamo giunti alla conclusione che non ci sarà nessun risparmio e che l’unico risultato ottenuto sarà quello di eliminare un importantissimo servizio alla cittadinanza modenese. Infatti allo stato attuale la Polizia Postale è ubicata in uno stabile il cui canone è totalmente a carico della società Poste italiane, che da poco inoltre, ha provveduto a ristrutturare interamente a proprie spese fornendo alla specialità tutte le apparecchiature elettroniche per svolgere l’attività specifica di Polizia. Ad oggi risulta che solo 2 computer su 12 in dotazione alla postale sono stati forniti dall’amministrazione e che l’unico veicolo in dotazione alla Polizia Postale è stato preso in locazione dalla società suddetta. Anche le spese relative ai consumi per le utenze aperte presso tale ufficio sono interamente a carico delle Poste Italiane, e quindi siamo giunti alla conclusione che il servizio di Polizia Postale a Modena costa allo Stato e quindi alla collettività, praticamente zero!

Cosa invece viene negato in termini di servizio ai cittadini modenesi?

I cittadini modenesi non potranno contare più sull’apporto della Polizia Postale nelle scuole di ogni ordine e grado, in quanto non potranno più essere effettuati i periodici ed importantissimi incontri di informazione relativi all’uso sicuro del web (solo quest’anno da gennaio a maggio erano stati programmati 22 incontri).

I cittadini modenesi non potranno più contare su un reparto che nell’anno 2013 ha ricevuto 556 denunce, denunciato 105 persone in stato di libertà, che ha svolto 50 operazioni delegate dall’autorità giudiziaria e ricevuto 31 richieste di collaborazione da parte di altre forze di Polizia, garantendo inoltre in totale 224 pattuglie in servizio di controllo del territorio. Per un’analisi corretta di tale attività, non possiamo astenerci dal considerare che l’ufficio di Polizia Postale è composto solo da otto operatori!

Questo è quello che i cittadini modenesi dovranno rinunciare se saranno confermate le proposte ministeriali di una imminente chiusura della Polizia Postale nella nostra provincia.

Infine, è lecito chiederci dove saranno destinati i colleghi in servizio alla Polizia postale, che oltre il danno di vedere sminuita la loro professionalità acquisita nel tempo al costo di enormi sacrifici, dovranno subire la beffa di andare a lavorare in posti lontani dalla propria abitazione o scegliere di trasferire l’intera famiglia facendo pagare ai propri figli le scelte insensate di un’amministrazione miope e disorientata.

(Segreteria Provinciale Silp per la Cgil)