petroliMuseoUnivGemmaNell’ambito dell’iniziativa Quando le medicine profumavano di siepi. Il tempo della Teriaca: un viaggio tra speziali e medici, realizzata dall’Archivio comunale di Modena, proseguono gli incontri e le conferenze sulla storia, le mirabili virtù e la preparazione di uno dei più antichi farmaci, la teriaca, ma non solo! Giovedì 27 marzo alle ore 17, si parla infatti di Olio di Sasso alla Sala I dell’Archivio Storico del Comune di Modena in viale Vittorio Veneto, 5.

Milena Bertacchini, geologa e curatrice del museo universitario Gemma 1786, tiene la conferenza sulla storia e sulle proprietà benefiche del portentoso medicamento che nasce dalle caratteristiche geologiche dei terreni presenti nella fascia collinare dell’Appennino modenese.

Quel petrolio, per secoli usato e commercializzato come Olio di Sasso, era stato elogiato già nel 1460 dal podestà Francesco Ariosto nel suo De Oleo Montis Zibinii seu petroleo agri mutinentis per le sue virtù terapeutiche.

Numerose sono ancora le tracce storiche che ricordano la diffusione che ebbe l’Olio di Sasso in Italia e in Europa, soprattutto a partire dal Cinquecento. Divenne anche noto come Olio di Santa Caterina o Olio di Montegibbio, dal nome della località non lontana da Sassuolo dove era raccolto. Il petrolio che trasudava dalla roccia era ricavato da pozzi scavati nel terreno e si distingueva in un Olio di Sasso bianco, più pregiato, ed uno rosso dall’odore più pungente. La presenza di idrocarburi nel sottosuolo modenese si lega al fenomeno delle salse, queste sorgenti di acqua salata, sedimento e gas, così importanti e uniche, che ancora si osservano nei territori di Sassuolo, Fiorano, Serramazzoni, Polinago, Maranello e Marano. Della famosa Salsa di Montegibbio o di Sassuolo, da cui proveniva il portentoso olio, oggi rimane solo qualche modesta, ma pur sempre presente, manifestazione superficiale.

Anche se l’Olio di Sasso oggi non è più prodotto, l’uso del petrolio come medicamento continua ad essere proposto sotto forma di olii fossili di pietra curativi.

Venerdì 28 marzo a partire dalle ore 15, è inoltre possibile visitare il Museo Universitario Gemma 1786 presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e geologiche in Largo Sant’Eufemia, 19. Proprio alle ore 15 parte l’unica visita guidata predisposta.