“Capisco come che l’impatto con la realtà possa essere duro, ma basta giochetti di bassa lega, Papignani si svegli e guardi i numeri reali: in Emilia Romagna hanno votato solo 6131 su 182.744 lavoratori metalmeccanici, vale a dire il 3,35%. Questi sono i risultati veri della consultazione indetta dalla Fiom tra i lavoratori metalmeccanici sul testo unico sulla rappresentanza siglato il 10 gennaio tra Cgil, Cisl e Uil, il resto sono solo risultati di cartone costruiti solo per perpetuare una guerra di posizione all’interno della Cgil”.

E’ stata questa la risposta del segretario generale dei metalmeccanici (Fim) Cisl, Giovanni Caruso, al segretario generale della Fiom Cgil dell”Emilia-Romagna, Bruno Papignani, che nei giorni scorsi aveva parlato testo dell”accordo sulla rappresentanza “rispedito al mittente dalle fabbriche metalmeccaniche dell”Emilia-Romagna”.

“Esito – rincara la dote Caruso – peraltro non dissimile dal resto d’Italia, dove sui circa 1,7 milioni di addetti metalmeccanici italiani, hanno preso parte alle assemblee solo 54.000 lavoratori, pari al 3,1% del totale. Di questi solo 16.000 hanno partecipato alle assemblee, e solo 11.000 hanno deciso di esprimere un voto”.

“Alla luce di questi dati – ha concluso il dirigente fimmino – la Fiom faccia un bel bagno di umiltà e si presenti al congresso Cgil dicendo che si atterrà alle nuove regole sulla rappresentanza, e non perché lo ha chiesto la Fim, ma perché lo hanno deciso i suoi iscritti”.

“In Emilia-Romagna – ha concluso Caruso – la crisi ha probabilmente portato alla luce più velocemente un sistema marcio, fatto di compromessi, consociazioni, rapporti costruiti spesso fuori dalle sedi formali invece che dentro. Ora c’è bisogno di un cambiamento, di una vera inversione di tendenza, di aria fresca e la Fim, nonostante il ripetuto tentativo di buttarci fuori dalle fabbriche e di zittire la nostra voce, è il solo sindacato capace d’intraprendere questo cambiamento con credibilità, senza false ideologie e più vicino ai bisogni dei lavoratori”.