L’Associazione Nazionale Carabinieri della provincia di Modena, ricorda in questi giorni i tanti Carabinieri “deportati” in Germania nell’agosto 1944 per non aver giurato fedeltà alla Repubblica di Salò ed aver osato rimanere nelle caserme sede di Stazione CC.RR. già in parte occupate da Milizia e Guardia Nazionale Repubblicana. Il “Diritto bellico” prevedeva – come a tutt’oggi – che le forze di polizia (come i Carabinieri dell’Arma “territoriale”) potessero proseguire il “Servizio di Istituto” senza ostacolare l’esercito occupante.

Contemporaneamente al più noto evento (recentemente valorizzato dallo sceneggiato RAI “A testa alta”) che vide il 12 agosto del 1944 i tre Carabinieri “martiri di Fiesole” consegnarsi ai Tedeschi in cambio degli ostaggi (come avvenuto nell’anno precedente per Salvo D’Acquisto) in provincia di Modena vennero deportati – in particolare ma non solo – i Carabinieri di Finale Emilia e Massa Finalese, “colpevoli” di aver aiutato famiglie ebree a fuggire.

Tre carabinieri modenesi ultranovantenni portano la medaglia del Presidente Napolitano come ex deportati: Ezio Trenti (Vignola-Marano), Dovilio Calendi (Formigine), Massimo Turrini (Montese).

Oggi, giovedì 14, ricorre il 70° della morte del Carabiniere Alberto Corazzari, “caduto” nello scontro con reparti tedeschi a Farneta di Montefiorino: con molti anni di servizio, in forza alla Stazione CC di Castellarano, abbracciò la Resistenza affidando la moglie in attesa della secondogenita al Comandante della Stazione (deportato poi per punizione). Corazzari è uno dei Carabinieri la cui fotografia è compresa nel Sacrario alla base della Ghirlandina.

Verrà commemorato ufficialmente a Farneta di Montefiorino, domenica 17 al termine della Messa con inizio alle ore 11,45.