Ricercatori dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sono i partner italiani del progetto europeo European Digital Kitchen, che ha realizzato un prototipo di cucina intelligente in grado di insegnare le lingue straniere.

LanCook, questo il nome abbreviato del progetto, finanziato nell’ambito del programma europeo life long learning programme, propone un nuovo ed originale metodo di apprendimento delle lingue nel quale lo studente, cimentandosi nella preparazione di ricette tradizionali, ascolta e dialoga con la cucina e i suoi utensili, mettendosi alla prova non solo ai fornelli, ma soprattutto nell’uso della lingua, in un contesto “reale”, contestualizzato. Durante i tre anni di studio, i cinque team di ricerca europei coinvolti, fra cui, per l’Italia, il gruppo del prof. Gabriele Pallotti, docente di Didattica delle Lingue moderne, con la dott. ssa Natacha Niemants, del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, hanno messo a punto un prototipo che si compone di un tablet corredato di un programma che carica le ricette nelle sette versioni linguistiche (inglese, francese, italiano, spagnolo, catalano, tedesco, finlandese) e di sensori di movimento applicati agli utensili, che sono in grado di guidare lo studente nella preparazione di una ricetta “in lingua”.

“Il progetto LanCook – ha spiegato il prof. Gabriele Pallotti – è guidato da colleghi dell’Università di Newcastle e nasce da un originario progetto di ricerca di domotica dove l’interazione fra l’uomo e la macchina doveva servire a persone con forme lievi di disabilità che, ancora autosufficienti, necessitavano di una casa  intelligente in grado di guidarli nelle faccende quotidiane. Da questo progetto iniziale, puramente tecnicoinformatico, i ricercatori hanno pensato ad una applicazione più estesa di tipo linguistico dedicata a sperimentare nuovi metodi di insegnamento delle lingue straniere. Lancook risulta innovativo perché supera il modello già noto di lezione interattiva con l’uso di uno schermo digitale e pulsanti da schiacciare, ma punta a proporre una dinamica di  interazione fra l’Uomo e la Macchina il più possibilmente simile a quella umana, in cui la macchina riesce a ‘capire’ le azioni compiute, e che è perciò alla base di una forma di apprendimento delle lingue straniere più veloce ed efficace”.

A compimento dei tre anni di lavoro, i ricercatori UNIMORE assieme ai partner europei di LanCook si ritroveranno giovedì 25 settembre alla Europe House di Londra (UK) per una dimostrazione pubblica di come funziona la cucina linguistica.

“Nei tre anni del progetto – ha spiegato la dott. ssa Natacha  Niemants – abbiamo realizzato la versione italiana e, grazie ai tecnici dell’Università di Newcastle, abbiamo  progressivamente affinata e migliorata la capacità di dialogo fra la macchina e l’uomo. Per fare ciò sono stati coinvolti studenti che hanno sperimentato l’uso della cucina e ci hanno aiutati a realizzare un prototipo che crediamo di poter commercializzare. Al momento, come gruppo di ricerca UNIMORE, siamo impegnati a  studiare i percorsi più adatti per far passare LanCook da prototipo a prodotto vendibile su mercato”.

Nella versione italiana, le ricette sono penne olive e capperi e involtini di carne alla contadina, ricetta contenuta nel famoso libro di cucina di Pellegrino Artusi, che più di altri ha avuto un ruolo nella diffusione dell’italiano attraverso la gastronomia.

Maggiori informazioni si trovano sul sito www.europeandigitalkitchen.com , su Facebook “LanCookEuropeanDigitalKitchen” o “LanCookCucinaDigitaleItaliana”, Twitter @speakingkitchen  o “cucinaparlante” e Youtube “LanCook TV”