logo-terredargineLa crisi del nostro paese ha colpito settori produttivi consolidati, ridotto la capacità d’investimento (sia pubblico che privato) e disorientato la realtà imprenditoriale locale: l’identità dei luoghi e i fattori distintivi della collettività sono le ‘leve’ che possono aiutare l’economia locale a mantenere ed elevare la qualità della vita dei cittadini e aumentare la competitività dei territori. La pensa così la Giunta dell’Unione delle Terre d’Argine, che nel corso della sua ultima seduta, mercoledì 12 novembre, ha deciso di assegnare un incarico ad un soggetto esterno all’ente, per arrivare a realizzare uno studio di fattibilità finalizzato a definire un modello di sviluppo sostenibile locale attraverso non i soliti strumenti ma attraverso la pianificazione strategica di area vasta: utilizzando il marketing territoriale per rilanciare i nostri territori grazie all’organizzazione delle risorse locali: patrimonio, paesaggio, saperi e tradizioni, prodotti, produzioni, ricerca, innovazione, lette in modo multidisciplinare.
L’Unione delle Terre d’Argine intende dunque rispondere alla crisi attraverso le potenzialità dell’economia della cultura, che diviene essa stessa oggetto di pianificazione, insieme agli altri fattori di sviluppo economico e sociale, prospettandosi come motore della capacità di presentarsi e reinventarsi. La formula è quella del leisure & business complex (in italiano una definizione che assomma vendita al dettaglio, affari e tempo libero) concetto che ha permesso a molte città e territori di conquistarsi una visibilità turistica internazionale, mai avuta in precedenza. Non è un caso infatti se negli ultimi anni si è assistito ad un vistoso incremento di strutture per la cultura ed il tempo libero, funzioni attrattive a livello locale e globale sulle quali si è investito per trasformare l’immagine e l’economia di numerose realtà europee.
Lo studio di fattibilità (tale intervento si inserisce nell’ambito delle competenze dello Sportello Unico per le Attività Produttive dell’Unione) si pone tre importanti obiettivi: individuare i macro-scenari economici rispetto ai quali orientare le politiche di sviluppo locale; superare i punti di debolezza del sistema territoriale e raggiungere le potenzialità non espresse da questo; creare un partenariato pubblico-privato per sviluppare il successivo piano strategico d’area vasta, anche un confronto con altre soggettività territoriali, finalizzato a definire azioni e finanziamenti per i prossimi 15-20 anni.
Il futuro dei territori risiede nella capacità di sviluppare politiche unitarie, cooperare con i vari livelli istituzionali e condividere le scelte di sviluppo con i cittadini e gli imprenditori.