Giovanni-BersaniE’ morto a cento anni Giovanni Bersani, storico parlamentare ed esponente della Dc. Ne hanno dato notizia i familiari, in una nota scritta assieme alla Fondazione Giovanni Bersani, il Cefa e l’Mcl: “Giovanni Bersani se ne è andato serenamente ed è tornato alla casa del Padre. La funzione funebre si terrà sabato mattina”.

“Giovanni Bersani è stato un grande regalo per tutti, credenti e non credenti. Conforta pensare che l’esempio del giusto non muore”. Così il Rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi.

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Con Giovanni Bersani scompare un uomo che ha fatto del proprio impegno – nella politica, nel sociale, nella promozione dei valori solidali – un esempio concreto di vita spesa in favore della crescita operosa delle comunità, anche di quelle più deboli e fragili”.
Così il neo-Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, esprime il proprio cordoglio per la scomparsa del sen. Giovanni Bersani.
“Il suo esempio – ha concluso Bonaccini – testimonia un impegno che rimane un insegnamento prezioso per tutti”.

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Appresa la notizia della scomparsa del senatore Giovanni Bersani, il Comune di San Lazzaro si stringe attorno alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerne ed apprezzarne l’azione politica e l’impegno civile. Di seguito il ricordo e l’omaggio personale del sindaco Isabella Conti:

“La solidarietà realizzata, in silenzio, senza clamore.
Il Bene come missione, come urgenza, quasi necessità.
Questa è la storia del senatore Giovanni Bersani.
Una storia che merita di essere letta, raccontata e – soprattutto – praticata.
Nel giorno della sua scomparsa, esprimo la mia personale gratitudine ad un uomo immenso, guidato da un solo obiettivo: generare un mondo migliore, creando le condizioni affinché un futuro di giustizia e libertà possa davvero esistere.
Ecco allora che la memoria torna agli ultimi anni della guerra, al suo ruolo nella Resistenza nella Valle dell’Idice, qui, nella nostra terra.
Esemplare l’impegno per la cooperazione italiana ed internazionale, specialmente in Africa, filo conduttore di gran parte della sua vita.
“Forse potremo ritornare un giorno a un’altra politica”, spiegava il Senatore in una recente intervista. La politica come lui la intendeva: dedizione totale per gli altri e, allo stesso tempo, grande discrezione nel fare cose enormi, come dimostrano la sua biografia e le sue opere.
Giovanni Bersani era un uomo delle Istituzioni, convinto che attraverso azioni concrete e spirito etico si potesse davvero cambiare il mondo, a partire dalle cose semplici: i bisogni e le esigenze dei più deboli.
Un servitore dello Stato, insomma, nella sua accezione più alta, intesa come “bene pubblico” e proprio per questo convinto “che la società venga prima delle istituzioni e che dal suo interno si debbano far nascere le forze nuove”.
Diceva, il Senatore, di essere guidato da una vocazione, di seguire una strada da altri tracciata per lui. Parole che per un cattolico come Bersani acquisivano un significato preciso, ma che a ben vedere rappresentano un valore che deve essere patrimonio di tutti: il bene comune perseguito senza compromessi, senza sconti.
Sono gli stessi valori della Resistenza, alla quale uomini eroici come Bersani parteciparono con abnegazione, a costo della vita, contribuendo in modo determinante alla costruzione dell’Italia liberata.
Ecco perché per un cittadino e, soprattutto, per un amministratore pubblico, quella del Senatore Bersani è una vicenda che restituisce passione e determinazione nell’affrontare le difficoltà e le sfide di tutti i giorni.
Ci dà più forza per combattere le avversità di questo tempo, per resistere contro le ingiustizie e le prevaricazioni, consapevoli che il sacrificio di oggi può rappresentare un futuro migliore, domani.
Perché il senso dell’Amministrare sta tutto nel lasciare a chi viene dopo di noi qualcosa di importante, di duraturo, di vero.
Giovanni Bersani oggi se n’è andato, ma restano la sua passione civile, la sua coerenza, il suo rigore morale.
Restano, soprattutto, le sue opere, frutto del suo impegno concreto – forse, direbbe lui, della sua vocazione – per restituire dignità agli ultimi.
In questo triste ma significativo giorno ciascuno di noi deve farsi carico della sua importante eredità.
Personalmente, sento la responsabilità e l’urgenza di essere all’altezza dell’insegnamento di quest’uomo straordinario, ricordando a me stessa e a tutti noi che anche ora come allora, oggi e sempre, dobbiamo avere il coraggio di resistere e fare ciò che è giusto”.