punti-organico-conferenzaPer il 2013 erano stati 2,03. Nel 2014 sono balzati a 14,2. Sono i punti organico che il Decreto ministeriale del 18 dicembre 2014 n. 907, relativo al riparto tra ciascuna Università del contingente di spesa disponibile per l’assunzione di personale a tempo indeterminato e di ricercatori a tempo determinato per il 2014, ha assegnato all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Un incremento ottenuto grazie alla buona gestione del personale, ad un ottimo equilibrio amministrativo ed alla costante crescita della popolazione studentesca, che ha determinato un ragguardevole incremento in valore assoluto della loro contribuzione.

Si tratta di un risultato fondamentale, perché sono i punti organico a determinare quante assunzioni potrà fare l’Ateneo nell’anno successivo. Avere a disposizione 14,2 punti vuol dire poter portare a Modena e Reggio Emilia, ad esempio, 14 nuovi ordinari, oppure promuovere 47 associati o assumere 28 ricercatori o, ancora, di potenziare l’organico tecnico amministrativo di oltre una quarantina di nuove immissioni.

“Questo – commenta il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – è un risultato fondamentale in quanto ci consente di poter programmare la nostra offerta didattica ed eventualmente anche di potenziarla, garantendo agli studenti ed alle loro famiglie quella qualità che ormai da anni ci contraddistingue sul piano della preparazione professionale e dei servizi. Non sarà facile confermare questa performance anche per i prossimi anni perché avremo in carico un aumento delle spese di gestione dovuto all’apertura di nuove sedi, ma contiamo che a livello nazionale si possano ulteriormente rivedere certi criteri, così da premiare la virtuosità e l’efficienza”.

 

L’andamento dal 2010

Il risultato ottenuto da UNIMORE nel 2014 è eccezionale soprattutto se guardato rispetto a quanto avvenuto negli ultimi anni. Nel 2010 e 2011 si era avuto, infatti, un blocco totale del turn over. Nel 2012, con l’avvio del nuovo sistema di calcolo, l’UNIMORE aveva conseguito 8,72 punti organico, mentre nel 2013 si era scesi a 2,03, di nuovo pericolosamente vicini allo stallo.

 

Tre indicatori per il 2014

All’origine dei punti ottenuti nel 2014 i buoni risultati conseguiti nei tre indicatori considerati dal Ministero. Il primo riguarda la spesa per il personale. A premiare il nostro ateneo una politica del personale che ha privilegiato le assunzioni (anche di ricercatori a tempo determinato) coperti attraverso contributi e finanziamenti esterni. Obiettivo era rimanere sotto l’80% dell’importo derivante dalla somma delle entrate ministeriali (FFO) e del valore complessivo della contribuzione studentesca, incrementata in questi anni – pur di blocco della tassazione individuale – solo grazie alla costante crescita della popolazione iscritta. Una oculata gestione ha consentito di far sì che le spese di personale non andasse oltre il 71,31% di quella somma.

Il secondo indicatore riguarda le spese di indebitamento. Qui il calcolo non è difficile: il tetto massimo è il 10% (rapporto tra la spesa per ammortamenti annui e le entrate al netto delle spese per il personale e gli affitti), ma l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia si è addirittura fermato a 0.

Il terzo e ultimo indicatore riguarda sempre l’equilibrio tra spese ed entrate (ISEF): il rapporto deve essere maggiore o uguale a 1 e la nostra Università arriva a 1,14.

Questi indicatori hanno fatto sì che all’assegnazione base di punti organico – pari a 5,14 – si siano aggiunti altri 9,06 punti organico, arrivando così a quota 14,2 che permetteranno il rilancio di una politica virtuosa di assunzioni.

 

Per i costi standard UNIMORE la più virtuosa in Regione ER

Questi positivi riscontri sulla virtuosità di UNIMORE trova conferma anche nel nuovo sistema di assegnazione dei fondi ministeriali destinati all’Università, che con l’entrata a regime dei criterio del “costo standard” per studente (calcolato sulla base dei costi sostenuti da ogni singolo Ateneo per i docenti ordinari, per le attività didattiche ed i servizi aggiuntivi, compresi tutor ed esperti linguistici, rapportati al numero degli studenti in corso) si vedrà aumentare il proprio finanziamento ordinario (FFO), che – secondo un’analisi pubblicata dal quotidiano milanese Sole 24 Ore il 5 gennaio scorso –, una volta a regime (nel 2018), aumenterà del + 8% rispetto alla spesa storica base.