Il decreto legislativo prenatalizio del governo sulla Delega fiscale, propone un impianto inadeguato perché riconferma un fisco poco equo e troppo spostato sui redditi bassi (lavoratori e pensionati), un fisco che tassa poco e male i patrimoni, ancora troppo leggero sul fronte delle evasioni e truffe fiscali.
Al netto delle perplessità e polemiche sul famigerato articolo 19 bis che depenalizza le grandi evasioni (e quelle ad personam) emergerebbe – da un documento non reso pubblico dall’Agenzia delle Entrate – che l’applicazione di questo decreto, comporterà “minori entrate fiscali per 16 miliardi”.
Considerando i reati legati al fisco e penalmente rilevanti fino al carcere, il Titolo 2° del decreto si propone di elevare le soglie di non punibilità penale dei comportamenti che vanno dall’evasione per false fatturazioni, dichiarazioni fraudolente – elevando la soglia fino a 1,5 milioni – e per omessa dichiarazione, portando l’esenzione penale fino a 50.000 euro !
Una tendenza a maggior ragione ingiustificata, alla luce del triste primato italico sui livelli di illegalità e sommerso fiscale.
Oltre che la netta sproporzione fra la media europea del 4,1% della popolazione carceraria per condanne fiscali, contro il misero 0,4% in Italia.

La Cgil sa bene che non basta una sola politica “del bastone”, ma certamente inspiegabile appare questo secco innalzamento delle soglie di non punibilità .
Ciò si aggiunge al già attuale e pressante rischio di “prescrizione” giudiziaria, a vantaggio dei soggetti evasori ben dotati di consulenti ed attrezzati collegi di difesa.
Valutazioni fondate dal punto di vista squisitamente sindacale e dell’equità fra i cittadini, svincolate dalla sterile polemica politica, ma purtroppo confortate da una rapida ricognizione su alcuni altri significativi e recenti casi modenesi.

In primo luogo, dallo scorso bilancio annuale della più che apprezzabile attività della Guardia di Finanza di Modena, sono emerse ben 64 imprese evasori totali – parecchie coop spurie – e studi professionali. Solo da quel versante sono stati “rubati” al nostro fisco 162 milioni di euro.
Analogo filone altrettanto emergente e preoccupante, deriva dai quasi 10 milioni di prodotti sequestrati perchè contraffatti.
Quanti di questi soggetti, penalmente perseguibili, potranno beneficiare dell’alzo dell’asticella? Parecchi !

Oppure, per citare alcuni altri casi nostrani e conosciuti dalla cronaca :
– Importante impresa spagnola che aveva una filiale occulta in città e non pagava le tasse, pur gestendo da qui gli ordinativi e contratti. E pare non sia la sola a rientrare nella casistica, in gergo chiamata “stabile organizzazione occulta”.
– Fatture false legate a sponsorizzazioni sportive fasulle per centinaia di migliaia di euro che, oltre al rischio già segnalato di prescrizione, potrebbe beneficiare della “soglia amica”.
– Truffa ai danni dell’Università modenese per decine di migliaia di euro, da parte di una falsa Associazione che forniva tutoraggio per studenti disabili e stranieri.
– Quelle due ditte di Carpi e Cavezzo che con false fatture gonfiate hanno truffato in due anni circa dieci milioni.
– O quell’impresa di Mirandola che non aveva né dipendenti, né magazzino, che faceva figurare prestazioni fasulle – con falsa fatturazione – a vantaggio di oltre 44 ditte di evasori per alcuni milioni.

Pochi esempi significativi, tra i tanti possibili, per ribadire l’urgente necessità di un effettivo Progetto Antievasione, accompagnato non certo da alleggerimenti penali, quanto da una reale effettività ed esecuzione delle pene.

Infine, un’inspiegabile assenza nella delega fiscale, in materia di maggiore e più stretta collaborazione operativa fra Agenzia delle Entrate e Comuni.
Una necessità urgente e che i nostri territori possono tanto più testimoniare e certificare, essendo l’Emilia-Romagna la prima regione in Italia col 39% del numero di segnalazioni antievasione “mirate” fatte dai Comuni alla Agenzia delle Entrate e che hanno “fruttato” alle nostre casse comunali 7 milioni nel solo 2013.
I comuni di Modena e Formigine, sono inoltre nella top ten dei comuni italiani per segnalazioni efficaci, che hanno ripagato per 1,45 milioni nell’anno.

E’ la conferma che la lotta per una efficace tracciabilità e legalità fiscale si fa così e passa da qui.
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale