A pochi giorni dalla approvazione di una legge regionale che dovrà uscire entro il 31 marzo e stabilire quali saranno le funzioni (oltre a quelle individuate dallo Stato) delle nuove Province, migliaia di lavoratori ancora non sanno quale sarà la loro prospettiva di lavoro.

“La Regione è in ritardo!!” – dichiara Roberta Roncone Segretario regionale della Cisl Funzione Pubblica dell’Emilia-Romagna – “avevamo apprezzato l’iniziale rassicurazione del Presidente Bonaccini che nessun lavoratore pubblico avrebbe perso il posto di lavoro e che entro pochi giorni avrebbe avviato un percorso serrato di confronto e condivisione sul futuro dei servizi a cittadini ed imprese svolti oggi dalla amministrazioni provinciali.

Ma oggi non c’e’ ancora nulla di fatto e, a pochi giorni dall’uscita della legge, non si sa ancora nulla di quale sia il progetto regionale di riordino istituzionale.

Negli incontri avuti finora con l’Assessore Petitti non ci sono state date informazioni sufficienti per capire come verranno assegnate le funzioni finora svolte dalle Province e anche le ultime dichiarazioni non aggiungono nulla.

Nel frattempo girano “voci di corridoio” (non smentite finora dalla Regione) su possibili scenari mentre dirigenti e lavoratori provinciali non hanno input e obiettivi chiari sui quali lavorare, i servizi si stanno dequalificando e la motivazione è sotto le scarpe.

Tutto ciò è aggravato dal fatto che i soldi dei bilanci provinciali ormai non bastano più per garantire i servizi.

Di fronte ad una situazione grave di questo tipo, prima che possano succedere gravi disservizi, non ci possiamo accontentare degli slogan sulle “aree vaste”.

Serve un progetto lungimirante in un’ottica di trasparenza e semplificazione amministrativa ed istituzionale: come Cisl siamo pronti (e anche i lavoratori lo sono) a riprogettare il futuro dei servizi e delle amministrazioni coinvolte, attuando anche una migliore sinergia tra tutti i livelli di governo coinvolti, a partire dai Comuni, che sono stati spesso tagliati fuori dal confronto e rischiano di dover accettare decisioni prese dall’alto.

Non ci interessano le invenzioni o i proclami, giovedì prossimo (il 5 marzo) avremo un altro incontro: VOGLIAMO SAPERE QUALE E’ IL PROGETTO DI RIORDINO DELLA REGIONE (se ce n’è uno, a questo punto), funzione per funzione, PER DARE RISPOSTE CHIARE – FINALMENTE – AI LAVORATORI MA ANCHE AI CITTADINI E ALLE IMPRESE DEL NOSTRO TERRITORIO”.