suino_padano“Da anni le aziende agricole pagano un prezzo troppo alto per contenere l’impatto ambientale, ora è necessario che queste norme vengano in primis concertate e condivise con gli allevatori”. E’ l’appello dell’OI Gran Suino italiano rivolto oggi alla Regione Emilia Romagna, durante il convegno “Ambiente e Sanità nella filiera suinicola italiana”.

“Occorre inoltre rilanciare – prosegue la prima interprofessionale zootecnica italiana promotrice dell’incontro – le iniziative volte all’utilizzazione dei reflui zootecnici come elemento d’arricchimento della sostanza organica del terreno, proprio per il loro valore fertilizzante”.

“Bene lo studio dell’ISPRA che evidenzia il basso impatto della zootecnia in relazione all’inquinamento dei nitrati. Auspichiamo pertanto – rimarca il presidente dell’OI Gran Suino italiano, Guido Zama – che la metodica utilizzata dall’Ispra, passi dalla fase sperimentale alla fase applicativa e diventi lo strumento per monitorare l’inquinamento dei nitrati. L’obiettivo è che tale metodica, venga poi adottata nell’individuazione delle aree vulnerabili. Al contempo le amministrazioni regionali devono tener conto di questi risultati, modificando l’atteggiamento negativo avuto sin d’ora nei confronti delle imprese zootecniche”.

Affrontando nel dettaglio la tematica della normativa sanitaria applicata agli allevamenti suinicoli, il presidente dell’OI ha poi osservato: “Gli allevatori si aspettano una maggior semplificazione e un sistema di controllo che sia gestito in maniera meno burocratica. Che non sia inquisitorio bensì collaborativo. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, è fondamentale instaurare un nuovo modo di confronto tra Asl e allevatori, indirizzato a costruire insieme politiche sanitarie sostenibili e gestibili. Infine, bisogna creare in tutt’Italia quelle condizioni sanitarie indispensabili per poter esportare nei Paesi Terzi, come ha dichiarato anche l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli”.

 

L’Organizzazione Interprofessionale del Gran Suino Italiano: è la prima interprofessionale zootecnica italiana e rappresenta un terzo della produzione suinicola dell’Emilia Romagna (oltre 340mila capi commercializzati e 25mila macellati ogni settimana), più di cento allevamenti e le aziende rappresentative del settore che si occupano di macellazione, trasformazione e produzione di salumi e insaccati, quali Italcarni, Annoni, Zuarina, Galloni e il Prosciuttificio San Michele oltre all’Organizzazione dei suinicoltori dell’Emilia Romagna (Asser), il CRPA e Unapros. Tra i numerosi risultati raggiunti nei primi due anni di attività: la sottoscrizione del documento d’Intesa di Filiera per la valutazione del peso morto del suino (luglio 2013) e la collaborazione alla stesura di un progetto UE nel quadro del Programma di ricerca Horizon 2020 sul miglioramento dell’alimentazione e della genetica suinicola, che ha già superato il secondo step di valutazione da parte della Commissione Europea. Ma soprattutto la presentazione al Mipaaf della bozza del disciplinare per l’ottenimento del marchio Sistema di Qualità Nazionale per la carne fresca del suino pesante che sta attualmente concludendo l’iter procedurale in vista dell’approvazione.