“L’amministrazione comunale di Modena sostiene pienamente l’azione politica e diplomatica del Governo italiano per una soluzione politica della crisi libica, attraverso la formazione di un Governo di Unità nazionale in grado di contrastare l’infiltrazione dei gruppi terroristi e di far partire la ricostruzione del Paese, alla quale l’Italia è pronta a contribuire con il massimo impegno”. Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo oggi, giovedì 19 marzo, in Consiglio comunale a un’interrogazione della capogruppo del Ncd Luigia Santoro sulle ripercussioni della crisi libica nel modenese e su quali imprese siano impegnate in quel territorio. Nell’interrogazione era richiesto anche un approfondimento sulle conseguenze economiche e finanziarie per la nostra realtà.

Dopo aver precisato che il Comune non ha competenze e mezzi in materia di politica estera, sicurezza e commercio internazionale, il sindaco Muzzarelli ha spiegato che dal punto di vista economico “l’export della provincia di Modena verso la Libia vale all’incirca lo 0,2 per cento del totale e ha ovviamente subito un contraccolpo negativo a causa delle vicende belliche, mentre non risultano rischi legati al rifornimento di materie prime. In altri termini, la crisi libica presenta gravi conseguenze sul piano sociale, politico e della sicurezza, ma ha uno scarso impatto economico diretto”.

Sono due le imprese modenesi che risultavano operare in quell’area: Piacentini Costruzioni e Granulati Donini. Lo scorso agosto, dopo l’intensificarsi degli scontri e la sospensione dei voli commerciali, il ministero degli Esteri ha provveduto al rimpatrio di 139 italiani, mentre il 15 febbraio l’Ambasciata d’Italia a Tripoli ha sospeso le attività e la Farnesina ha rivolto un altro appello a lasciare temporaneamente il Paese, a seguito del quale sarebbero rientrati altri 50 cittadini italiani. Non sono previste specifiche iniziative del Comune che, comunque, come ha precisato Muzzarelli, rimane “a disposizione del Governo italiano e di qualunque altro soggetto che richiedesse collaborazione per motivi umanitari, di sicurezza o economici”.

Nella replica, la consigliera Santoro ha convenuto che “i modenesi con attività in Libia non sono molti” e che “non si può fare molto di più che sollecitare a essere solidali”. Santoro ha inoltre ribadito la propria preoccupazione “per le gravi ripercussioni che potrebbero esserci anche per le strutture italiane petrolifere e per la fornitura di gas”.