lavoro-stranieriSi rafforza in Emilia-Romagna, la base imprenditoriale straniera regionale anche se continua a risultare più lenta rispetto a quanto avviene a livello nazionale.

A fine 2014 le imprese attive straniere raggiungono quota 43.325 (il 10,5 per cento del totale). In un anno aumentano di 1.153 unità, +2,7 per cento. La crisi economica contiene la loro tendenza a crescere, ma va peggio alle altre imprese regionali, che si riducono dell’1,8 per cento. In Italia l’aumento è ancora una volta più rapido (+5,1 per cento) e superano quota 476 mila, il 9,2 per cento del totale, a fronte di una diminuzione dell’1,3 per cento delle altre imprese.

Questi i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio (InfoCamere) elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese straniere aumentano in tutte le regioni italiane. La crescita è più rapida in Campania (+11,3 per cento) e nel Lazio (+10,5 per cento). L’Emilia-Romagna è undicesima. L’aumento delle imprese straniere è stato molto più rapido in Lombardia (+5,6 per cento) e in Veneto (+4,1 per cento), regioni dove anche le imprese non straniere resistono meglio alla crisi.

La forma giuridica  La tendenza positiva è data innanzitutto dalle ditte individuali (+693 unità, +1,9 per cento), nonostante la crisi ne contenga l’aumento. Costituiscono l’84,0 per cento delle imprese straniere e comprendono molte imprese marginali. Ma è risultata determinante la crescita molto più rapida delle società di capitale (+392 unità, +15,2 per cento), sostenuta dall’espansione delle società a responsabilità limitata, in particolare, dal boom di quelle semplificate. Rapido anche l’aumento di cooperative e consorzi (+9,1 per cento), mentre è molto contenuto quello delle società di persone (+0,4 per cento).

Settori di attività economica La tendenza positiva origina sostanzialmente dal settore dei servizi (+1.055 imprese, +5,3 per cento). L’incremento è determinato principalmente dall’aumento delle imprese del commercio (+336 unità, +3,2 per cento), nonostante la debolezza dei consumi, e di quelle dei servizi di alloggio e ristorazione (+285 unità, +8,2 per cento), per la quasi totalità realizzato dalla ristorazione. Aumenti rilevanti si hanno anche per le imprese delle altre attività di servizi (+11,3 per cento), trainate da quelle dei servizi per la persona (+13,0 per cento). Variazioni minime nelle costruzioni, in aumento, e nell’industria, ma, in questo caso, in diminuzione.