Giovanni-Gorzanelli-Apmi-Confimi“È ora di dirlo chiaro e forte: la situazione non è più sostenibile” Non usa mezzi termini Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Modena, affrontando il tema quanto mai spinoso della fiscalità che grava sulle imprese. “Nel mese di giugno le famiglie e le imprese italiane subiranno un salasso che supera i 56 miliardi di Euro, e in luglio se ne aggiungeranno altri 33 (fonte CGIA Mestre)”.

“Tra Imu, Tasi, Irpef, Irap, Ires, Iva, Tari e addizionali varie, le imprese, e le Pmi in particolare, si troveranno a dover far fronte a una vera e propria mazzata, che in diversi casi metterà a serio rischio la loro stessa sopravvivenza”.

“La questione è tanto più grave – prosegue Gorzanelli – se si considera la presente congiuntura, nella quale diversi fattori sono stati messi in campo quali stimoli per l’economia: il quantitative easing della BCE, la diminuzione del prezzo del petrolio, la gestione del cambio Euro-Dollaro, sono elementi che vanno considerati positivamente, e che potrebbero senz’altro contribuire a dare maggiore efficacia agli sforzi degli imprenditori. Ma non è così, e la ragione è semplice: alla faccia di tutte le promesse, di tutte le possibili revisioni di spesa, ancora nel 2014 il debito pubblico è aumentato, raggiungendo, alla fine dell’anno scorso, la cifra record di 2.134,9 miliardi, pari al 132,1 per cento del Pil (fonte Bankitalia)”.

“È evidente che neanche questo Governo è in grado di arginare la spesa pubblica, fonte primaria di consenso, e così si preferisce continuare nella vecchia politica che vede le imprese, ma anche le famiglie, come fonte esclusiva di prelievo per pareggiare i conti”

“Un esempio su tutti – rincara il presidente Confimi – è costituito dallo scandalo della tassazione sui macchinari imbullonati, i quali fanno aumentare la rendita catastale dello stabilimento, producendo, ovviamente, un aumento della pressione tributaria, sia erariale sia comunale. Come si vede, davvero la fantasia è al potere: di questo passo la tassa sull’aria che respiriamo rischia di non essere più una battuta!”

“È davvero frustrante non riuscire a cogliere qualche segnale forte di attenzione per il sistema delle imprese; ci si aspettava che la discesa dell’inflazione contribuisse al recupero dei consumi, che la positiva dinamica dell’interscambio con l’estero, contribuisse ad accelerare la ripresa, ma la zavorra fiscale non ce lo consente. È infatti evidente che sia per rilanciare i consumi interni, sia per cogliere appieno la favorevole congiuntura rispetto ai mercati esteri, le Pmi devono investire, ma ciò è quanto mai difficoltoso, proprio a causa del drenaggio fiscale di risorse che vengono sottratte dalla voragine della spesa pubblica”.

“E se non bastasse – conclude Gorzanelli – il 2016 non si presenta migliore: per l’anno prossimo il Governo ha previsto un ulteriore aumento delle entrate fiscali sulla base della previsione di una ripresa del ciclo produttivo, ma se ciò non dovesse verificarsi, scatteranno le clausole di salvaguardia, con l’IVA che potrebbe arrivare addirittura al 25,5 per cento. Noi di Confimi, a livello locale come a livello nazionale, non cessiamo di denunciare quella che vediamo come una vera e propria ingiustizia alla quale va posto rimedio e in tempi brevi. La politica fiscale così come è oggi impostata è in piena continuità con i governi precedenti; nella timidezza ad affrontare con decisione il nodo della spesa pubblica, noi vediamo la conferma dello strapotere del ceto burocratico che evidentemente riesce ancora a paralizzare le forze sane del Paese”.