Sono 20 i ricercatori senior e junior suddivisi in tre gruppi che animano gli spazi dedicati ad ospitare i laboratori di ricerca traslazionale all’interno del Santa Maria Nuova.

Con l’Open Day dei laboratori di mercoledì 10 giugno, a buon titolo inserito nel programma delle celebrazioni del Cinquantenario della sede di Viale Risorgimento, sarà offerta a chi lo vorrà la possibilità di conoscere da vicino gli spazi e le strumentazioni, i progetti di ricerca, le personalità e le competenze di chi si impegna quotidianamente in un ambito complesso che esige grande passione.

A partire dalle 13.30 sarà proposta alla cittadinanza e alla comunità dell’Ospedale l’iniziativa dedicata a conoscere meglio le caratteristiche e gli obiettivi della ricerca traslazionale che il Santa Maria Nuova svolge prevalentemente in ambito oncologico, nella sua qualificazione di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).

Dal banco del laboratorio al letto del paziente (“from bench to bedside”) è quanto questo ambito di ricerca rende possibile, secondo la definizione sintetica in uso nella comunità scientifica internazionale. Traslazionale è la ricerca che favorisce la trasformazione dei risultati prodotti dalla ricerca di base in applicazioni cliniche capaci di migliorare i metodi di prevenzione, la diagnosi e la terapia delle patologie umane.

I Laboratori di Ricerca traslazionale, realizzati tra il 2012 e il 2015 in un’area di 400 metri quadrati, rispondono ai requisiti richiesti dal Ministero della salute e vedono operare tre team di ricerca. Al loro interno trovano posto strumentazioni tecnologiche all’avanguardia e spazi destinati alle colture cellulari

L’iniziativa prevede due sessioni.

La prima, nelle Aule di Formazione al Piano -1, vedrà la presentazione dell’evento da parte della dottoressa Adriana Albini, direttore dei Laboratori di Ricerca Traslazionale e del Dipartimento Infrastruttura Ricerca e Statistica. A seguire saranno illustrati la nascita e l’esperienza dei Laboratori di Ricerca con istantanee a cura dei ricercatori. Interverranno: Alessia Ciarrocchi – Group Leader Ricerca Molecolare – Ricerca Traslazionale, Raffaele Frazzi – Group Leader Oncoematologia Sperimentale – Ricerca Traslazionale, Katiuscia Dallaglio – Group Leader Biologia Cellulare e Cellule Staminali – Ricerca Traslazionale, Sally Maramotti – Group Leader Biochimica e Biomarcatori – Ricerca Traslazionale, Davide Nicoli – Dirigente Biologo del Laboratorio di Biologia Molecolare e Fabrizia Franchi – direttore facente funzioni del Laboratorio di Genetica.

Nella seconda parte del pomeriggio, a partire dalle 15.15, si potranno visitare i Laboratori di Ricerca Traslazionale, (1° piano, percorso giallo, gruppo di salita n. 6). Tra le 15.30 e le 18, saranno mostrati i locali dedicati alla ricerca e le relative attrezzature con la guida degli stessi ricercatori. Nel corso della giornata saranno esposti alcuni poster scientifici relativi a pubblicazioni in riviste internazionali e progetti. L’evento si concluderà con un piccolo rinfresco.

 

I RICERCATORI

Adriana Albini: direttore del dipartimento ricerca e ricercatrice senior esperta nel campo della ricerca oncologica, in particolare sui temi della prevenzione e dei meccanismi di difesa del “microambiente” del tumore;

Alessia Ciarrocchi: esperta di genomica funzionale nell’ambito delle patologie oncologiche;
Davide Nicoli: ricercatore in Farmacogenetica e Farmacogenomica, Tecnologie Innovative e ricerca traslazionale applicate alla prognosi e alla diagnosi molecolare dei tumori solidi;
Fabrizia Franchi: direttore facente funzioni del laboratorio di Genetica che opera nel campo della patologia genetica umana, ereditaria e non, compresi i processi morbosi insorti su cellule somatiche, ai fini della prevenzione e della diagnosi con tecniche di citogenetica classica e genetica molecolare (a-CGH).

Sally Maramotti: si dedica a indagare il ruolo dei biomarcatori nella diagnosi, prognosi e risposta alla terapia del paziente oncologico;

Katiuscia Dallaglio: fa ricerca sulla caratterizzazione della relazione che intercorre tra cellule staminali di melanoma e il microambiente che le circonda;

Raffaele Frazzi e i suoi collaboratori svolgono ricerche sui meccanismi genetici che influenzano alcuni marcatori rilevanti nella patologia del linfoma e sull’azione antitumorale di sostanze polifenoliche.