videopokerNegli ultimi tempi si sente spesso parlare di gioco online, si susseguono articoli sui principali quotidiani nazionali, vanno in onda spot televisivi e radiofonici. Ormai è chiaro che i media pongano molto attenzione al mondo del gioco online, consapevoli ormai che si tratti di un fenomeno importante e al tempo stesso un settore economico in trend positivo nell’economia mondiale; basti pensare che nel mondo riesce a muovere un volume di affari superiore ai 70 miliardi di dollari.

Il gaming online è un’attività senza frontiere e di conseguenza non può essere esclusivamente legato a un particolare territorio o controllato da una specifica giurisdizione. Ciò rende più difficile stabilire quale Paese/giurisdizione dovrebbe disciplinare tale settore. In questo contesto, le autorità nazionali, principalmente per proteggere i monopoli di Stato, hanno cercato inizialmente di imporre restrizioni al gioco online. Contrariamente, la giurisprudenza della Corte di giustizia europea (CGE) ha cercato di abbattere questi limiti nazionali che ostacolano il principio fondamentale della libera circolazione dei servizi.

I Paesi europei hanno lottato per l’unione politica ed economica e sono sorte molte opportunità per società, entità e Paesi stessi. Come in tanti settori regolamentati, anche il settore iGaming è in continua evoluzione, questo rende ancora più essenziale per gli operatori e per i Paesi europei mantenere il passo con gli sviluppi costanti. Malta, ad esempio, ha intrapreso un approccio di mercato aperto alla questione delle regolamentazione in Europa e hanno sempre sostenuto che iGaming è un servizio alla stregua delle regolamentazioni UE. È un dato di fatto, i trattati europei non fanno distinzione tra iGaming e altri servizi, e tutti i servizi devono essere trattati nello stesso modo. A questo proposito, la posizione di Malta per quanto riguarda iGaming è stata da sempre audace e i numeri mostrano che tale posizione è stata un successo. La crescita positiva e continua del Paese non accenna a diminuire. Dal momento che Internet ci pone davanti a nuove sfide e ne evidenzia la natura senza confini dell’iGaming, un approccio solo nazionale è chiaramente inefficace.

Dalla prima legalizzazione nel paradiso fiscale di Antigua e Barbados, passando per la diffusione negli Stati Uniti e l’Europa, l’iGaming ha compiuto passi da gigante coinvolgendo un target di riferimento sempre più numeroso. Poiché iGaming è un concetto internazionale, allora le leggi dovrebbero avere valenza anche internazionale. In mancanza di regolamentazione precisa, i giocatori europei hanno la tendenza di affidarsi a società e piattaforme con base extracontinentale . La conseguenza di ciò è che i ricavi vanno fuori dall’UE, dove non c’è una tutela per i giocatori e non c’è un controllo alle infiltrazioni criminali. Un tema molto caldo in Olanda dove proprio in questi mesi il governo olandese sta cercando di mettere in atto una nuova riforma sul gioco per tutelare il consumatore e per far entrare nelle casse dello stato tutto quel denaro che al momento sta uscendo fuori dal paese. Ma se non stupisce l’Olanda permissiva, fa più notizia la scelta del Portogallo di far partire il 28 giugno il gioco online legale. Saranno distribuite licenze limitate e, secondo alcune stime, in 6 mesi i lusitani otterranno incassi per almeno 25 milioni di euro.

Pian piano tutti i Paesi europei non vogliono perdersi i possibili proventi dei giochi a premi online, tuttavia, una riforma comunitaria, uguale a tutti i del vecchio continente è davvero auspicabile per evitare tutti i problemi già citati e sfruttare il trend in crescita.