euro-denaroSi annuncia un nuovo round nella battaglia sull’anatocismo che vede contrapposti consumatori e banche. Con il termine anatocismo si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi).

In data 1 gennaio 2014 è entrata in vigore la legge di Stabilità che modificando l’art. 120 Testo Unico Bancario ha vietato definitivamente l’anatocismo rinviando però per l’attuazione della norma ad un regolamento sinora mai emanato.

Nonostante ciò, alcune banche hanno continuato ad applicare l’anatocismo anche dopo il 1° gennaio 2014 ma due recentissime ordinanze di Milano emesse in data 25.03.2015 e 03.04.2015 hanno confermato la soppressione dell’anatocismo anche in assenza del predetto regolamento.

Federconsumatori, nel ricordare che la prassi anatocistica è stata applicata dal settore bancario a tutti i rapporti debitori di conto corrente mettendo in seria difficoltà non solo le famiglie e i singoli risparmiatori ma anche le imprese, i piccoli esercizi e gli artigiani e che la stessa associazione ha già ottenuto numerosi risultati con riferimento a casi di risparmiatori, esercizi commerciali, imprese artigiane ed aziende agricole che hanno ottenuto la restituzione di cifre anche superiori ad Euro 50.000,00, invita gli stessi consumatori e le imprese a rivolgersi all’associazione al fine di valutare le possibili azioni, anche legali, da intraprendere per la restituzione delle somme indebitamente pagate alle banche. In particolare, Federconsumatori è a disposizione per quei correntisti consumatori o imprese  che hanno o hanno avuto un conto corrente (purchè non chiuso da più di 10 anni) che ha registrato degli scoperti, al fine di verificare tramite un’apposita società di consulenza finanziaria la presenza dell’anatocismo nonché l’applicazione di commissioni illegittime ed interessi usurari e pertanto inviare alle banche lettere di diffida e di interruzione della prescrizione, in modo da evitare di vedere vanificati i diritti di restituzione delle somme indebitamente percepite dagli istituti di credito.