Levata di scudi contro la realizzazione del nuovo casello autostradale di Dozza nell’ambito dell’ampliamento alla quarta corsia della A14. “Che bisogno c’è di creare 4 caselli in un tratto di 25 km?” chiedono Confagricoltura, Coldiretti provinciali e U.G.C. Cisl di Imola alla Autostrade per l’Italia Spa e al Sindaco di Dozza, esprimendo così la totale e netta contrarietà al progetto. La nuova uscita sorgerebbe infatti a soli pochi chilometri di distanza da quelle già esistenti di Castel San Pietro Terme e Imola.

“E’ un’opera paradossale e inutile – ribattono le organizzazioni agricole provinciali – concepita negli anni passati ossia in un momento di boom economico locale, non in un contesto come quello attuale di forte involuzione del tessuto produttivo. Si scontra peraltro con la legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo – D.L.10.09.2012”.

“Purtroppo – rimarcano Confagricoltura, Coldiretti provinciali e U.G.C. Cisl di Imola – assistiamo all’ennesima prova che vede “le grandi opere” ancora calate dall’alto, senza quella indispensabile concertazione preventiva con il territorio interessato. Questo modo di operare non è di certo coerente con tutte le enunciazioni, sia del Governo Centrale sia delle Amministrazioni Locali, che individuano nella valorizzazione dei territori un nuovo e vincente modello di sviluppo economico del Paese puntando sulla qualità delle produzioni agricole, sull’enogastronomia e sul turismo”.

“La costruzione del nuovo casello oltre ad incidere in maniera negativa su un territorio rurale ad alta vocazione agricola con coltivazioni di particolare pregio quali i vigneti DOC – proseguono Confagricoltura, Coldiretti provinciali e U.G.C. Cisl di Imola – provocherebbe conseguenze irreversibili in termini di sicurezza e inquinamento ambientale di tutta l’area”.

Da ultimo ma non meno importante, è il danno per le imprese penalizzate dall’esproprio. In particolar modo l’azienda agricola Branchini che rischia di perdere una superficie complessiva di mq. 52.346 con soppressione sia dell’accesso principale, sia della casa colonica destinata alla promozione di prodotti in ambito agrituristico. O ancora, l’azienda agricola Dall’Olio costretta a privarsi di un appezzamento di 3,5 ettari con conseguente divisione a metà della già piccola realtà imprenditoriale e la creazione di due corpi separati di modestissima superficie, quindi non più coltivabili in maniera remunerativa. Risultato: l’inevitabile perdita di occupazione e reddito per proprietari e dipendenti.

Confagricoltura, Coldiretti provinciali e U.G.C. Cisl di Imola si rivolgono pertanto alla Autostrade per l’Italia Spa e al Sindaco di Dozza affinché “non si realizzi un’opera così superflua e controproducente per l’intero territorio già ben servito da reti viarie e caselli autostradali”.