lavoro-stranieriNel 2014 in Italia gli occupati stranieri sono 2.275.700 pari al 10,4% del totale degli occupati, quota più elevata rispetto al 7,1% della media Ue a 28; per quota di occupati stranieri l’Italia è seconda, tra i maggiori paesi Ue, dietro alla Spagna (10,7%) mentre è davanti a Regno Unito (9,7%), Germania (8,9%) e Francia (5,2%). Nei primi nove paesi europei si concentra l’89,9% dell’occupazione straniera dell’Ue; tra questi maggiori paesi tra il 2008 e il 2014 l’Italia presenta la più elevata crescita della quota di occupati stranieri (+3 punti percentuali), davanti all’Austria (2,6 punti), Belgio (+1,7 punti), Regno Unito (+1,6 punti); più contenuto l’incremento per Germania (+0,9 punti), Paesi Bassi e Francia (entrambe a +0,2 punti), mentre si rileva una discesa dell’incidenza degli occupati stranieri in Irlanda (-1,1 punti) e in Spagna (-3,2 punti).

Prendendo a riferimento le imprese attive – artigiane e non – disponibili negli Open data camerali a fine 2014 si contano 476.033 imprese a conduzione straniera, pari al 9,2% del totale delle imprese. In sei regioni si osserva una incidenza superiore ai dieci punti percentuali: il territorio con la maggiore incidenza di imprenditoria straniera è la Toscana con il 13,0%, seguita dal Lazio con il 12,3%, dalla Liguria con il 12,2%, dal Friuli Venezia Giulia con l’11,0%, la Lombardia con il 10,9%, quinta l’Emilia Romagna con il 10,5%.

In 34 province la quota di imprese a conduzione straniera risulta in doppia cifra; le incidenze più alte a Prato dove oltre la quota di imprese a conduzione straniera supera un quarto del totale delle imprese attive ed arriva al 27,4%, seguita da Firenze con il 15,5%, Trieste con il 15,4%, Roma con il 14,4%, Reggio Emilia con il 14,1%, Imperia con il 14,1%, Milano con il 13,7%, Pisa con il 13,3%, Genova con il 12,8% e Gorizia con il 12,2%

Considerando i dati relativi alle imprese artigiane registrate presso le Camere di Commercio, nel 2014 sono 176.715 imprese artigiane a conduzione straniera e rappresentano il 12,8% dell’artigianato nazionale. Nel dettaglio in 17 comparti si concentra il 95,8% delle imprese artigiane a conduzione straniera, pari a 169.224 unità; in particolare nel primo settore – i Lavori di costruzione specializzati – si concentra oltre la metà (52,0%) delle imprese artigiane a conduzione straniera presenti in Italia.

In Emilia Romagna le imprese a conduzione straniera sono 43.325, pari al 10,9% del totale. Reggio Emilia ne conta 7.028, pari al 14,1%, Rimini 3.759, pari al 10,9%, Ravenna 3.859, pari al 10,7%, Bologna 9.130, pari al 10,6%, Parma 4.320, pari al 10,4%, Piacenza 2.831, pari al 10,4%, Modena 6.736, pari al 10,1%, Forlì-Cesena 3.159, pari all’8,2%, Ferrara 2.503, pari al 7,6%.

“La presenza di artigiani e piccoli imprenditori stranieri è una realtà che si va sempre più consolidando – spiega Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna – e che contribuisce alla fornitura di servizi alla collettività. Come e più delle imprese a conduzione italiana hanno bisogno di sostegno e credito, soprattutto per evitare che diventino subappaltatori con unica committenza”.

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