jules_bianchi“Jules ha lottato fino alla fine, ma la sua battaglia oggi è giunta al termine”. Lo dice in un comunicato la famiglia di Jules Bianchi, il giovane pilota della Ferrari Driver Academy che era rimasto coinvolto in un terribile incidente al volante della Marussia durante il Gran Premio di Suzuka il 5 ottobre 2014 e che da allora non si era più ripreso. Jules era ricoverato al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza dove è morto nella notte.

Tutta la Ferrari e i suoi tifosi si stringono alla famiglie di Jules, ai suoi genitori Philippe e Christine, a suo fratello Tom e a sua sorella Mélanie.

Jules Lucien André Bianchi ha perso la sua battaglia per la vita. Era nato il 3 agosto 1989 a Nizza, in Francia, e aveva la velocità scritta nel DNA. Era infatti nipote del pilota Mauro Bianchi mentre il prozio era quel Luciano “Lucien” Bianchi che aveva vinto la 24 Ore di Le Mans nel 1968 e corso 17 Gran Premi di Formula 1 con i colori del Belgio, sua terra di adozione.

Il talento francese era diventato il primo allievo della neonata Ferrari Driver Academy nel 2010, forte del titolo europeo di Formula 3, conquistato l’anno precedente con ben 9 affermazioni. Aveva debuttato con i kart e nel 2007 era già in monoposto. Da allievo dell’Academy aveva gareggiato prima in GP2, ottenendo dieci podi e una vittoria, e poi nella World Series 3.5, centrando tre vittorie, altri cinque podi e un secondo posto in campionato.

Dopo essere stato pilota di riserva del team Force India nel 2012, Jules aveva esordito in Formula 1 l’anno successivo con la Marussia cui nel 2014 aveva regalato i primi, e finora unici, punti con uno strepitoso nono posto nel Gran Premio di Monaco, la pista che più di tutte mette in luce le qualità dei piloti.

“Jules Bianchi era uno di noi, era un membro della famiglia Ferrari ed era il pilota che avevamo scelto per il futuro, una volta finita la collaborazione con Raikkonen”. Cosi’ l’ex presidente del Cavallino Luca di Montezemolo ricorda il giovane francese. “Era un ragazzo di prim’ordine, riservato, veloce, educato, attaccatissimo alla Ferrari e di sicuro avvenire – afferma ancora Montezemolo -. Un destino amaro ce l’ha portato via lasciando in noi un vuoto incolmabile. Sono vicino alla sua famiglia, che in questi mesi cosi difficili ha dimostrato grande coraggio, e ai suoi tanti amici in Ferrari. Abbiamo perso un ragazzo eccezionale, che ricorderemo tutti con grandissimo affetto”.