poliziaNella mattinata di ieri – 22 luglio 2015 – la Polizia di Stato, ed in particolare il personale della Squadra Mobile, ha dato esecuzione alla misura cautelare personale della custodia in carcere emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Bologna in ordine ai reati di furto aggravato in concorso, ricettazione e per la violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale nei confronti di 5 uomini italiani, uno dei quali affiliato ad un noto clan partenopeo.
L’articolata attività d’indagine, condotta in collaborazione con gli omologhi uffici di Padova, Treviso e Salerno ed avviata nel marzo 2014 con il supporto di attività tecniche, è stata incentrata sulla figura di un salernitano del 1962, all’epoca sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno in Bologna ed attualmente sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, il quale annovera condanne per associazione mafiosa, sequestro di persona, omicidio, estorsione ed usura, ritenuto personaggio di spicco della camorra operante in Angri (SA) ed appartenente alla famiglia Nocera del Clan Tempesta, nella quale ricopre un ruolo apicale.
Il tenore di vita mantenuto in città dall’uomo era superiore alle proprie reali disponibilità finanziarie e l’elegante appartamento affittato nel centro cittadino era diventato meta di numerosi pregiudicati, soprattutto di origine campana e calabrese.
Esemplificativi sono stati l’arresto eseguito dagli uomini della Squadra Mobile nel giugno 2014 di un cittadino destinatario di ordine di carcerazione in quanto lo stesso doveva espiare la pena della reclusione ad anni 9 – 9 mesi e 13 giorni, per i reati di turbata libertà al commercio e all’industria, estorsione aggravati dall’art. 7 L. 203/91 e che nelle sue attività è risultato essere stato aiutato dal salernitano e sempre punto focale il sequestro, all’interno dell’appartamento bolognese dell’arrestato, di parte della refurtiva asportata dall’abitazione di una facoltosa signora bolognese con la quale intratteneva un rapporto di amicizia.
Parte della refurtiva è stato ricettata anche da suo fratello, residente in Angri ma che di tanto in tanto presente in città.
Altro fattore delineatosi nel corso della attività investigativa sono state le ripetute violazioni degli obblighi dell’allora sorveglianza speciale; infatti è stato accertato come l’uomo, in spregio a quanto impostogli, era solito allontanarsi senza autorizzazioni e giustificazioni da Bologna.