L’Itarescue che ci aveva deliziato ininterrottamente negli ultimi anni ha lasciato il posto ai giovani e il rinnovamento ha pagato pegno.
La classifica in piscina vinto con un punteggio non proprio tranquillizzante, caratterizzata dal poker di titoli di Meschiari oltre a quello Sanna, aveva lasciato qualche spiraglio di fiducia, ma gli azzurri soffrono e hanno sofferto oltremodo in mare.
Impalpabili soprattutto nella prima giornata dove gli ospiti britannici hanno iniziato una clamorosa rincorsa e con la Germania che assieme alla Francia prendevano definitivamente il largo. L’ultima giornata di gara è stata per cuori forti.
L’orgoglio degli azzurri ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo e sono riusciti a tenere agganciato quel minimo che la trasferta gallese prevedeva: il podio.
3° posto conquistato e missione compiuta
Nella consolidata scarsa predisposizione alle prove oceaniche a salvarci, soprattutto in questa edizione, sono serviti alcune combinazioni a nostro favore
In primis: una reazione dei nostri. Dalla corsa nel frangente arriva con Daniele Sanna l’unica medaglia conquista nelle prove in mare, poi il 4° posto di Silvia Meschiari ed il 6° di Federico Gilardi nella stessa specialità, ma anche il 6° posto di Niciarelli nello sprint sono stati segnali di reazione.
La Germania ha vinto l’europeo. Assieme alla Francia argento continentale, hanno rubato punti a Gran Bretagna e Spagna che ci avevano già messo nel mirino. Hanno rinnovato di meno e nel breve hanno avuto ragione
Non sbaglia Murphy e la sua celebre legge “Se una cosa deve andare male lo farà”. Questa volta ci doveva andare bene, determinante è stato il fattore “C”.
E non intendevo cuore.