grano_duroComplessivamente si può definire buona la campagna di raccolta dei cereali a semina autunnale nel territorio reggiano, pur se non manca qualche elemento tale da rendere la produzione di grano tenero, orzo e grano duro, non particolarmente eccellente. E’ la valutazione che fa la Cia di Reggio Emilia a conclusione della raccolta di questi cereali.

Il gran caldo di luglio non ha influito negativamente sulla produzione, sulla quale anzi la valutazione dei tecnici è che siano state le piogge invernali e primaverili (con qualche importante allagamento) a creare qualche problema a livello quantitativo, rilevabile soprattutto sul grano tenero che ha dato produzioni molto variabili a seconda delle zone e delle varietà; complessivamente tuttavia si valuta un lieve calo delle rese per il tenero, stimate sui 60 – 70 qli/ettaro; buona invece la qualità, con umidità contenuta, buon tenore proteico e peso specifico 78 – 82.

Il tenero – ricorda la Cia reggiana – è largamente il più importante dei cereali a semina autunnale nel territorio reggiano, con superfici di 10/11 mila ettari investiti.

Buoni risultati anche per l’orzo, con Produzione media di 50 – 55 qli/ettaro con peso specifico 64 – 68; le superfici di tale cereale sono mediamente di 1.000/1.200 ettari.

Discreti risultati qualitativi ed anche qualitativi ha dato il grano duro, che però nella nostra provincia investe appena sui 300/400 ettari di terreno.

I risultati peggiori li sta dando il mercato, che anche quest’anno non sembra destinato a dare particolari soddisfazioni. Infatti – informa la Cia reggiana – se per il grano duro c’è stato qualche aumento significativo nelle quotazioni, per quanto riguarda il tenero (come detto il più importante nel reggiano) si registra solo qualche limitato incremento, con prezzi sui 170/180 Euro per tonnellata per le qualità medie, e 200 Euro solo per le produzioni migliori.

In sostanza – conclude la Cia di Reggio Emilia – anche per quest’anno per la maggior parte dei cerealicoltori risulterà difficile far quadrare i conti, mentre il valore prodotto dovrebbe ripetere i 14/15 milioni di Euro della campagna 2014. Questo, nonostante dalle previsioni risulti un calo produttivo in tutta Europa, nell’ordine di un 5% rispetto alla campagna scorsa.