lavoro_1In ascesa la componente imprenditoriale femminile in Emilia-Romagna. Al 30 giugno scorso le imprese attive femminili erano 84.908, pari al 20,6 per cento del totale delle imprese regionali, con un leggero incremento rispetto alla stessa data del 2014 (+299 unità, pari allo 0,4 per cento). In Italia le imprese femminili (1.149.780) sono aumentate in misura leggermente più ampia (+0,4 per cento). È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Le imprese in rosa sono aumentate in una stretta maggioranza delle regioni italiane. L’incremento è stato più rapido in Lombardia (+1,3 per cento), in Trentino-Alto Adige (+1,2 per cento), quindi in Veneto e in Calabria (+1,1 per cento per entrambe). L’Emilia-Romagna è risultata undicesima per crescita.

La forma giuridica L’incremento delle imprese femminili è da attribuire alle società di capitale, che sono aumentate notevolmente (+792 unità, pari a un +6,4 per cento) e sono il 15,9 per cento del totale, grazie anche all’attrattiva normativa delle società a responsabilità limitata. Fanno da contraltare la forte discesa delle società di persone (-325 unità, -2,3 per cento) e la lieve flessione delle ditte individuali (-0,3 per cento, -161 unità). Anche le cooperative e i consorzi fanno registrare una lieve contrazione (-0,5 per cento).

Settori di attività economica  Le tendenze non sono omogenee. Prosegue la storica contrazione nell’agricoltura (-191 imprese, -1,4 per cento) e la crisi incide ancora sull’insieme del commercio (-161 unità, -0,7 per cento) e sulla manifattura (-109 unità, -1,4 per cento). Ma la tendenza è positiva in quasi tutti gli altri settori. Si segnalano i servizi di ristorazione (+216 imprese, +2,8 per cento), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+111 unità, +3,9 per cento) e, a sorpresa, le costruzioni (+73 unità, 2,4 per cento). Questo dato va letto assieme a quello della forte contrazione delle imprese non femminili delle costruzioni: si può supporre che imprese a titolarità maschile travolte dalla crisi siano state sostituite da imprese femminili.

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