latitante-sxCon l’arresto di un cittadino marocchino, a capo di un sodalizio criminale dedito al traffico internazionale di
sostanze stupefacenti e latitante dall’aprile 2014, i Carabinieri di Sassuolo hanno concluso una indagine protrattasi dal 2013 che ha fatto luce su di una florida attività messa in piedi da soggetti di origine magrebina, non solo dedita allo smercio al dettaglio ma anche alla rivendeva di ingenti quantitativi di droga.

Era riuscito a sfuggire all’arresto il cittadino di origine magrebina arrestato dai Carabinieri di Sassuolo nella serata di ieri. L’uomo ritenuto dagli investigatori la mente a capo di una organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti attivo nei territori di Sassuolo ed altre provincie del nord Italia quali Bologna, Venezia e Torino, avendo ormai capito che i carabinieri erano sulle sue tracce, nell’aprile 2014 si era reso latitante fuggendo all’estero poco prima di essere arrestato.
Diversa sorte era toccata all’epoca ai complici, sei connazionali e due italiani, facenti parte dell’organizzazione, che vennero arrestati in esecuzione delle ordinanze di carcerazione emesse dal Tribunale di Modena, sgominando di fatto l’associazione criminale di cui lo stesso costituiva il vertice.
Ritenendosi forse ormai al sicuro, mutato nell’aspetto e visibilmente dimagrito, l’uomo dopo una lunga latitanza che lo ha visto attraversare vari paesi dell’Europa dell’Est, pensando che gli investigatori avessero rinunciato alla sua ricerca, è rientrato in Italia per ricostituire i contatti sul territorio.
In realtà, grazie a un attento e costante lavoro dei militari della Compagnia di Sassuolo che non hanno mai smesso di monitorare con discrezione i luoghi e le persone frequentate in passato dal soggetto, il suo rientro non è passato inosservato. La paziente attesa dei militari è finita ieri. Fermato dai Carabinieri nei pressi di un centro Commerciale di Sassuolo, in un primo momento ha tentato di fornire un diverso nome, poi capendo che la sua latitanza era finita si è consegnato senza fare resistenza, declinando le proprie reali generalità.
Con questo arresto si conclude una indagine protrattasi dal 2013 e convenzionalmente denominata “Black Roads”, che ha fatto luce su di una florida ed articolata attività messa in piedi in pochi anni da soggetti di origine magrebina, non solo dedita allo smercio al dettaglio, ma in contatto con analoga organizzazione operante nel territorio Austriaco a cui rivendeva ingenti quantitativi di droga.
Le rotte erano quelle autostradali e ferroviarie, che conducevano principalmente alla città di Innsbruck.
A riprova della portata e dell’importanza dell’operazione, l’ingente quantitativo di droga sequestrato durante l’indagine, 38 kg fra hashish e cocaina.