Bologna-Mostra-EgittoDietro un titolo banalotto si nasconde, e neanche troppo data la mole dell’evento ed il numero dei reperti esposti, la mostra bolognese ospitata dal Civico Museo Archeologico, che vanta una delle più importanti collezioni egizie del nostro paese.

Collezione nata in ritardo in confronto alle altre, maggiori e precedenti, in un periodo in cui l’archeologia era un’avventura non lontanissima da certe prodezze alla Indiana Jones, che per certi versi può ricordare il padovano Giovanni Belzoni, il geniale avventuriero padovano, quando la lotta per accaparrarsi gli oggetti di epoca faraonica era veramente senza quartiere, e neanche troppo diplomatica, nonostante i ruoli ufficiali di personalità quali Drovetti e Salt…

A Bologna dunque, fino al 17 luglio 2016, l’occasione veramente unica di vedere riunite collezioni e corredi smembrati molti e molti decenni fa ed entrati a far parte delle collezioni di Leiden (Museo Nazionale di Antichità), Torino (Museo Egizio), Firenze (Museo Archeologico), e per l’appunto, Bologna.

Siccome l’importantissimo museo olandese attraversa un periodo di ristrutturazione molto ampio – spiega Emilio Campanella su cultura.gaiaitalia.com – la direzione ha proposto ai colleghi italiani una collaborazione fra le due antiche istituzioni (e pare che si tratti dell’inizio di una sinergia, come si usa dire, destinata a durare nel tempo e produrre differenti manifestazioni), creando un’esposizione scientificamente accuratissima e numericamente densissima di pezzi (circa 500) attorno al fondamentale sito di Saqqara dal periodo predinastico all’epoca tarda. Le sette sezioni che costituiscono il percorso espositivo hanno una divisione cronologica e tematica al tempo stesso, strettamente intrecciate ed atte a mantenere attenta l’attenzione del visitatore più sensibile, come di quello meno esperto nella materia; a disposizione vari livelli di fruizione, quale può essere anche soltanto la bellezza degli oggetti, (ce ne sono anche di molto belli, ed al tempo stesso misteriosi) tanto da stimolare la curiosità di conoscerne l’uso, la destinazione, l’epoca, la storia. Ed ecco l’interesse, acceso.

L’agilità delle schede e dei pannelli informativi, aiuterà naturalmente a compiere una visita più approfondita.

L’allestimento è discreto, le luci accurate.

Skira ha pubblicato un catalogo veramente faraonico (anche nel prezzo), ma accuratissimo, ricco di saggi molto chiari e specialistici al contempo, di illustrazioni di grande qualità. Citazione doverosa ad uno dei grandissimi meriti della manifestazione, l’aver riunito le parti della tomba di Horemheb (generale in capo dell’esercito sotto Tutankhamon ed ultimo faraone della XVIII dinastia), presenti nelle collezioni di Leiden, Bologna e Firenze.

La materia è affrontata sotto diversi aspetti che coinvolgono lo stato nella sua visione di politica interna e di rapporti con le culture vicine, la vita ultraterrena e tutte le manifestazioni ad essa legate, la Necropoli di Saqqara, la sua importanza nel Nuovo regno, l’epoca tolemaica e romana.