“Non c’è alcuna volontà di eliminare autonomie scolastiche e nessuno perderà il lavoro. La proposta di riorganizzazione della rete scolastica statale di Modena punta semmai a una scuola di qualità in grado di garantire continuità agli alunni e di intercettare le opportunità che il Paese offre a chi sa fare sistema”.

È quanto ha affermato l’assessore alla Scuola del Comune di Modena Gianpietro Cavazza rispondendo ieri, 5 novembre, in Consiglio comunale all’interrogazione di Futuro a sinistra. Il capogruppo Francesco Rocco ha chiesto “le motivazioni di fondo che inducono un taglio di autonomie, anziché una sola riorganizzazione delle stesse e le ragioni che portano a ritoccare gli Istituti comprensivi già operanti, col rischio di creare solo problemi organizzativi in scuole che avrebbero bisogno di stabilità per programmare con continuità le attività di apprendimento”.

“La proposta – ha continuato Cavazza – si basa sulla realizzazione di non più di dieci Istituti comprensivi – perché sono dieci le scuole medie cittadine. La continuità nell’Istituto comprensivo è infatti garantita dalla presenza di primarie e secondarie, oltre che, dove possibile, di scuole d’infanzia. Siamo consapevoli che il percorso può creare qualche disagio nel corpo docente, nel personale Ata e di segreteria e anche nelle famiglie e negli studenti. Per questo abbiamo già previsto, e concordato con l’Ufficio scolastico, un percorso di accompagnamento non solo per le scuole, le famiglie e gli studenti già organizzati in comprensivi ma per tutti”.

L’assessore ha quindi spiegato che il modello di riorganizzazione della rete scolastica in Istituti comprensivi, previsto da un decreto presidenziale del ‘99 e recepito da legge e direttive regionali, è stato avviato in Emilia-Romagna nel 2001 e, da allora si è incrementato in tutto il territorio indicato anche da una successiva legge (12/2003) come “modello verticale a favore della continuità”. A favore della sua diffusione si sono espressi nuovamente gli indirizzi regionali per gli anni scolastici 2016/17 e Modena rimane una delle poche realtà in cui non è ancora funzionante.

Per questo motivo all’inizio dell’anno si è costituito un gruppo di lavoro con i dirigenti scolastici, la cui proposta di riorganizzazione di tutta le rete scolastica in comprensivi, è stata condivisa con l’Ufficio scolastico regionale. La proposta ha dovuto necessariamente tener conto di vincoli strutturali (gli edifici scolastici e la possibilità di utilizzarli senza perdere spazi e garantendo la sicurezza di alunni e personale); della localizzazione, il comprensivo deve infatti afferire a un certo territorio e essere al servizio dei cittadini di un’area; della continuità per la quale tanti bambini escono da una scuola e altrettanti devono poter entrare in un’altra; del numero di bambini frequentanti e residenti nella zona con attenzione anche alle tendenze demografiche.

“La necessità di completare la riorganizzazione per creare una rete di Istituzioni scolastiche autonome, gli Istituti comprensivi, che nel tempo si consolidino sul territorio di riferimento e dove sia garantita la continuità di frequenza agli allievi, ha reso necessario ritoccare i tre istituti comprensivi avviati”, ha affermato Cavazza. Che ha infine ricordato che la stabilizzazione della rete potrà avere anche altre ricadute positive: l’attuale normativa di riferimento mette infatti a disposizione delle autonomie scolastiche risorse economiche e di personale in funzione della loro capacità di presentare progetti complessivi di rete, mentre l’attuale sistema delle scuole statali a Modena appare molto frammentato. Senza dimenticare, ha aggiunto ancora l’assessore, che la riorganizzazione dei Comprensivi “ha favorito l’arrivo a Modena dirigenti stabili che ci permettono di superare, almeno in parte, il problema delle reggenze a scavalco su più isitituti”.

In conclusione, l’assessore ha ricordato che la gestione del personale scolastico statale non spetta all’Amministrazione comunale, mentre rientra tra i compiti della Provincia, per quanto riguarda l’istruzione secondaria superiore, e di Comune in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, le funzioni concernenti l’istituzione, l’aggregazione e la fusione di scuole in attuazione degli strumenti di programmazione.

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI

Pd, Per me Modena e M5s sui benefici dei Comprensivi, i problemi creati dallo stradario e dal numero di studenti, l’accompagnamento per le famiglie

Sul tema della riorganizzazione della rete scolastica cittadina, affrontato dal Consiglio comunale di giovedì 5 novembre con l’interrogazione del capogruppo di Fas Francesco Rocco, ha aperto il dibattito per il Pd Grazia Baracchi che affermando che “dopo il primo passo, fatto con la creazione dei primi tre Comprensivi, è corretto continuare in questa direzione: ogni cambiamento porta preoccupazioni – ha proseguito la consigliera – e quindi vedo bene l’accompagnamento attraverso un piano di formazione per i docenti ma soprattutto per le famiglie che devono poter capire cosa sta avvenendo”. Carmelo De Lillo ha riportato la positiva esperienza dell’Istituto comprensivo, “grazie al quale, per la prima volta quest’anno non ci sono state lamentele per la formazione delle classi, né da parte dei docenti né da parte dei genitori, perché gli insegnanti dei diversi ordini hanno potuto lavorare insieme”. Fabio Poggi ha definito la riorganizzazione in istituti comprensivi “epocale per la scuola e la città di Modena. Ma, se i benefici sono certi e documentabili, i costi sono tutti a carico di chi vive nella scuola in questo momento e per questo è importante elaborare un piano di massima condivisione e informazione di tutti i soggetti coinvolti”. Vincenzo Walter Stella ha puntato l’attenzione sullo stradario, “che è sempre stato un problema, sia per le famiglie che per le istituzioni scolastiche, solo parzialmente superabile. Soprattutto in considerazione del fatto che, in effetti, la distribuzione degli stranieri tende a concentrarsi in determinate zone”.

Concordando che lo stradario è un problema, Elisabetta Scardozzi del M5s ha sottolineato il “preoccupante numero di alunni che avrebbe ciascun Comprensivo” affermando che “forse Modena non è pronta, visto che non ci sono abbastanza scuole medie per farne di più”.

“D’accordo sui Comprensivi ma perplesso sulla gestione” si è detto Domenico Campana di Per me Modena che si è poi soffermato sulle percentuali dei bambini stranieri “che da un lato sono giuste ma dall’altro fuorvianti perché non tengono conto del fatto che bambini formalmente stranieri in realtà sono nati qui e qui hanno fatto tutto il loro percorso scolastico. Il rimescolamento demografico è irreversibile e le aggregazioni spontanee per etnia sono da gestire, non da proibire o disperdere. Quello su cui bisogna lavorare è la conoscenza reciproca”.

Nella replica il consigliere Rocco si è detto “contento a metà della risposta: se sarò convinto dell’operazione, sarò al vostro fianco e se non lo sarò, lo dirò per primo”.