alunni_scuolaIl Movimento 5 Stelle sostiene la battaglia della professoressa modenese Sabina Piccinini, che nel 2012 presentò ricorso presso la sezione Lavoro del Tribunale di Modena contro l’obbligatorietà dei Test Invalsi, i ‘test a crocette’ effettuati su tutto il territorio nazionale per la valutazione degli apprendimenti in italiano e matematica.

Piccinini presentò il ricorso mettendo in discussione il procedimento di valutazione dell’apprendimento degli studenti. Una rilevazione standardizzata somministrata in tutte le seconde e quinte elementari, prime e terze medie e nelle seconde superiori, e che secondo il Ministero dell’Istruzione dovrebbe misurare la preparazione degli studenti con parametri uguali per tutti.

In vista della sentenza, attesa per martedì 17 novembre, a sostenere il ricorso della professoressa modenese è arrivata a Modena anche Michela Montevecchi portavoce M5S al Senato, e segretaria della 7ª Commissione Istruzione pubblica e beni culturali: «Il M5S con è la prof che contesta test Invalsi obbligatori. C’è attesa per la sentenza di martedì sul test Invalsi e per il Movimento la scuola e l’istruzione sono dei valori da difendere da modalità di valutazione sbagliate come il test Invalsi. Non ci convince omologazione del test che non tiene conto del percorso di apprendimento di ciascun studente».

«Non è tanto in discussione lo svolgimento delle prove – spiega invece la docente Sabina Piccinini- quanto piuttosto il diritto da parte dell’insegnante di non partecipare alla somministrazione e correzione dei test. Piegare un insegnante ed i suoi ragazzi alla somministrazione di test standardizzati, non sempre necessari e di ancora dubbio scopo, rappresenta un pessimo messaggio per chi ancora crede nella libertà di insegnamento sancita dall’art.33 della Costituzione. Perché la libertà di insegnare da parte del docente, significa libertà di apprendere e pensare per i suoi ragazzi. Trasformare il ruolo del docente in precario a vita o ‘ragionieri contabili” del sistema d’istruzione, ridotti a registrare voti e percentuali significa degradare la democrazia».

Per Elisabetta Scardozzi, portavoce consigliere M5S Comune di Modena, «il M5S Modena è vicino e sostiene le motivazioni del ricorso presentato dalla docente».