cinghiale2L’Italia è un’anomalia in Europa: l’ungulato che viene cacciato all’interno di un’azienda agricola di fatto non appartiene al tenutario del terreno bensì allo Stato, quindi la sua carne non può essere in alcun modo trasformata in risorsa dall’agricoltore come si fa con qualsiasi altra tipicità prodotta. Un paradosso tutto italiano che ancora una volta grava sulle tasche degli agricoltori, in costante allerta per arginare il fenomeno dell’invasione del cinghiale e dei conseguenti danni a colture e cose accollandosi così tutti i costi in strutture e apparecchiature atte alla prevenzione.

Non solo questo importante tema, ma anche la tutela degli equilibri ambientali dell’appennino bolognese, il corretto controllo e la salvaguardia delle sue specie animali e le proprietà nutrizionali delle loro carni, arricchite anche da nuove e creative rivisitazioni della cucina tradizionale, saranno i temi trattati a Bologna sabato 21 novembre (ore 10 presso l’Hotel Jolly de la gare, in piazza XX settembre 2), al convegno “Selvaggina e cacciagione tra tutela e valorizzazione – risorsa dell’Appennino bolognese”, organizzato dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, da Confagricoltura Bologna e dall’Accademia Italiana della Cucina – delegazione di Bologna dei Bentivoglio.

Fra gli altri sono previsti interventi su “L’attività agrifaunistica nella tutela dell’ambiente” del Prof. Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell’Accademia nazionale di Agricoltura; “Problematiche agricole connesse alla presenza degli ungulati” del vicedirettore di Confagricoltura Bologna, Giovanni Guerrini; “Proprietà nutrizionali delle carni di ungulati” della prof. Rosanna Scipioni, ordinaria di Zootecnia speciale; “Tutela, gestione, valorizzazione della fauna selvatica” della dott. Maria Luisa Bargossi della Regione Emilia Romagna; “Selvaggina nel tegame” dello Chef Massimiliano Poggi.