baldacciInaugura alle 18 di sabato 28 novembre, giorno dell’Indipendenza albanese, la mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno” allestita nella sala Boni dei Musei civici di Modena, al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino, dove sarà visitabile gratuitamente fino al 5 giugno 2016. Attorno alla mostra si svolgono iniziative anche prima e dopo il taglio del nastro:  sabato 28 alle 17.30 alla Sala ex-Oratorio al piano terra del Palazzo dei Musei si proietta il docufilm “La Traversata” a cura di Voiceoff, mentre in serata all’Auditorium Marco Biagi alle 19.30 un buffet a offerta libera introduce il concerto delle 20.30 “Spartiti per Scutari Orkestra”, con la direzione artistica di Bardh Jacova in collaborazione con Fondazione Gioventù Musicale di Modena (ingresso a pagamento 12 euro, info e prenotazioni tel. 338 5303048).

La mostra “Modena-Tirana. Andata e ritorno” propone uno sguardo da una angolazione modenese su episodi e personaggi che ruotano attorno al controverso passato coloniale italiano, per poi ricongiungersi con l’attualità attraverso le memorie di esperienze più recenti. L’esposizione rappresenta l’esito di un articolato progetto che ha visto collaborare il Museo civico archeologico, l’associazione Moxa (Modena per gli altri) e numerosi altri partner con il patrocinio delle ambasciate d’Albania a Roma e d’Italia a Tirana e con il contributo della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

Il percorso espositivo ruota intorno al cortometraggio “Sue proprie mani” di Adrian Paci e Roland Sejko, che restituisce i sentimenti e le emozioni degli italiani rimasti segregati in Albania dopo la fine della Seconda guerra mondiale attraverso le lettere mai pervenute ai loro congiunti, ritrovate nel 2000 all’Archivio di Stato albanese. Il cortometraggio viene presentato dai due artisti in anteprima all’inaugurazione.

Le immagini, i documenti e i racconti presenti in mostra sono testimonianze tangibili di relazioni fra la regione, in particolare Modena, e l’Albania dalla fine dell’800 a oggi. Apre la mostra una raccolta di fotografie di “tipi albanesi” realizzate da Pietro Marubi, l’esule piacentino che sul finire dell’Ottocento fondò il primo studio fotografico albanese: la raccolta, frutto di una donazione al Museo, è testimonianza di un archivio riconosciuto patrimonio internazionale dall’Unesco. Nel percorso si susseguono figure che a vario titolo rappresentano l’intreccio di relazioni fra i due paesi: geografi, archeologi, alti ufficiali e semplici soldati, imprenditori, architetti, cooperanti, artisti, italiani che ascoltavano Radio Tirana e albanesi che guardavano i programmi della televisione italiana. Viaggi di andata e di ritorno fra le due sponde di uno stesso mare.

La mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno” nella sala Boni dei Musei civici a Palazzo dei Musei in largo S. Agostino è visitabile gratuitamente fino al 5 giugno 2016 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e festivi (anche 24 e 31 dicembre) dalle 10 alle 13; 25 dicembre e 1 gennaio dalle 16 alle 19; chiuso al lunedì.

 

UNA MOSTRA TRA STORIE E IMMAGINI

Vicende, foto e testimonianze di occupazione, guerra, migrazioni. Dall’eroe albanese Scanderbeg, mito fondante del “Paese delle aquile”, alla cooperazione degli anni ’90

Il percorso espositivo della mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno”, che inaugura sabato 28 novembre alle 18 ai Musei civici a Palazzo dei Musei, parte dall’eroe Scanderbeg per arrivare alle esperienze di cooperazione dei nostri giorni. La mostra si snoda intorno al cortometraggio “Sue proprie mani”, che gli autori Adrian Paci e Roland Sejko presentano a Modena all’inaugurazione. Il filmato restituisce i sentimenti e le emozioni degli italiani rimasti segregati in Albania dopo la fine della Seconda guerra mondiale attraverso le lettere mai pervenute ai loro congiunti, ritrovate nel 2000 all’Archivio di Stato albanese.

L’esposizione, divisa in quattro sezioni, si apre con un richiamo all’eroe albanese Scanderbeg, uno dei miti fondanti dell’identità del “Paese delle aquile”, e prosegue con le stampe ottocentesche, di proprietà del Museo civico archeologico etnologico di Modena, dell’atelier del piacentino Pietro Marubbi, insieme a testimonianze di profondi conoscitori dell’Albania come Antonio Baldacci e Guido Corni.

La seconda sezione, dedicata al periodo dell’occupazione italiana, esplora le attività di propaganda del regime fascista e le grandi opere di quegli anni, realizzate anche grazie al contributo di imprese e architetti emiliani. Nel contesto degli interessi economici e politici del Governo italiano si inserisce la figura di Luigi Maria Ugolini, un archeologo che coniuga storia e propaganda nell’interpretare gli scavi della Missione Archeologica Italiana in Albania.

Nella terza sezione compare la seconda Guerra Mondiale, attraverso volti, diari e storie di militari emiliano-romagnoli che parteciparono al conflitto sull’altra sponda dell’Adriatico. Dolorosa appendice post-bellica è la storia degli “italianesi”, italiani o albanesi di origine italiana, che rimasero intrappolati in Albania al termine del conflitto e “dimenticati” dal Governo italiano. Le loro storie, raccontate attraverso intense interviste, parlano di soprusi, violenze, prigionia.

Alla contemporaneità è dedicata la quarta e ultima sezione della mostra, con uno sguardo attento alle azioni di cooperazione che hanno contraddistinto le relazioni fra la regione e l’Albania fin dai primi anni ’90 con il Campo Modena di Scutari, nell’ambito della Missione Arcobaleno, e le attività di Ert. Alle voci di albanesi a Modena è affidato il messaggio di amicizia e vicinanza, non solo geografica, fra i due paesi, dagli Allievi Ufficiali dell’Accademia, a giovani studenti e lavoratori accolti dalla nostra città.

Per la mostra è stato realizzato da Ilaria Pulini, Rossella Ruggeri e Cristiana Zanasi, curatrici della mostra insieme a Giuliano Gallina, un catalogo di 120 pagine.

La mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno” nella sala Boni dei Musei civici a Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino è visitabile gratuitamente fino al 6 giugno 2016 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e festivi (anche 24 e 31 dicembre) dalle 10 alle 13; 25 dicembre e 1 gennaio dalle 16 alle 19; chiuso al lunedì.

Informazioni online (www.museicivici.modena.it).

Immagine: la macchina fotografica e il binocolo usati da Antonio Baldacci nei suoi viaggi nei Balcani