bottiglia_bicchiere_ lambruscoE’ stata quanto mai opportuna l’audizione in Senato che si è tenuta ieri, su iniziativa della sen. Leana Pignedoli, dei Consorzi e produttori di lambrusco, per far fronte alle norme europee che mettono a rischio i vini identitari. Lo sostengono il presidente della Cia di Reggio Emilia Antenore Cervi ed il responsabile vitivinicolo Renzo Zaldini.

“Siamo disponibili ad ogni azione – affermano gli esponenti Cia – per la tutela del nostro vino, ma in primo luogo è a livello politico che si deve prendere coscienza dei rischi per i nostri produttori, dato che proprio a livello politico va condotta un’azione netta nei confronti dell’Unione Europea. Altrettanto importante è stabilire in Europa alleanze che aiutino nel realizzare il compito difensivo, a partire dalla Francia che come noi sente particolarmente la minaccia, essendo ben 52 i vini ‘identitari’ a rischio di banalizzazione. Positivo è quindi il pronunciamento ieri a Reggio del sottosegretario alle politiche europee Gozi, che segue quello del vice ministro all’agricoltura Oliverio. L’azione in Parlamento Europeo di Paolo De Castro sembra poi aver colto nel segno, dato che anche il Commissario all’agricoltura Hogan si è espresso per una tutela di questi vini”.

“Ci sono quindi diversi segnali positivi – proseguono i rappresentanti Cia -. Spiace e sorprende che a condurre un’azione che mira a dequalificare tante produzioni di valore, siano paesi tradizionalmente produttori come Spagna e Portogallo, che sembrano puntare più che a qualificare i propri prodotti, a guadagnare quote di mercato a danno di altri agendo con prezzi stracciati”.

“E’ da apprezzare anche la presa di posizione del Ministero per le Politiche agricole che sostiene: Vermentino e Lambrusco fanno riferimento a specifiche  Dop: sono insomma strettamente connesse al territorio in cui vengono prodotti i vini che ne portano il nome. Tanto che i vitigni sono parte integrante delle Dop del relativo territorio fin dal loro originario riconoscimento”.

“Va quindi respinta, ed i segnali positivi ci sono – concludono i rappresentanti Cia – ogni azione che potrebbe danneggiare una produzione come il lambrusco, primo vino italiano per export, con una produzione di oltre 1 milione di ettolitri, 400 milioni di bottiglie per un mercato che supera il mezzo miliardo in valore, che fa vivere 7 mila aziende ed oltre 60 cantine”.