Sarà il segretario generale Uil Pensionati, Romano Bellissima, a concludere i lavori del Consiglio regionale della Uil Pensionati Emilia Romagna martedì 15 dicembre (hotel Mediterraneo – Piazzale Roma, 3 – Riccione. Ore 9)

Dopo l’intervento di apertura del segretario generale Uil Emilia Romagna, Giuliano Zignani, seguirà la relazione del segretario generale della Uil Pensionati Emilia Romagna, Rosanna Benazzi.

«Siamo molto preoccupati per la condizione in cui versano i pensionati – spiega il segretario generale della Uil Pensionati Emilia Romagna, Rosanna Benazzi -; una condizione che ormai, a buon titolo, può essere definita di povertà. I dati Istat ce lo confermano. Anche l’Emilia Romagna non è immune da questo fenomeno.

In regione ci sono 1.286.000 pensionati (di cui 695.000 donne e 591.000 uomini). In media la pensione si aggira sui  954 euro lordi al mese contro i 942 euro lordi dello scorso anno. L’importo medio corrisposto agli uomini tocca i 1.295 euro lordi mensili mentre quello alle donne raggiunge 731 euro lordi mensili.

Queste cifre ci dimostrano come si fatichi a vivere una vita dignitosa. Poco o nulla sta facendo questo Governo per tutelare il potere d’acquisto delle pensioni (bloccate dal Governo Monti), restituendo quanto perso secondo a sentenza della Corte Costituzionale. La stessa legge di Stabilità sono luci e ombre. Per non parlare della tassazione che è tra le più alte d’Europa: su una pensione di 1.500 euro lordi mensili, in Italia l’Irpef è al 20,7% pari 4.040 euro all’anno; in Germania allo 0,2%, pari a 39 euro all’anno; in Francia al 5,2%, pari a 1.014 euro all’anno; in Inghilterra al 7,2%, pari a 1.404 euro all’anno e in Spagna al 9,5% pari a 1.852 euro all’anno.

E’ tempo che il Governa la smetta di usare le pensioni come bancomat. Ecco perché la Uil Pensionati sta promuovendo un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Allo scopo di contestare la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale n.70 che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo».