Polizia-Ferroviaria-BolognaL’intensificazione dei servizi di vigilanza degli uomini del Compartimento di Polizia Ferroviaria per l’Emilia Romagna ha portato, in questo fine settimana natalizio, all’identificazione  di oltre 400 persone tra italiani e stranieri, 7 denunce a in stato di libertà per vari reati, e un arresto. Infatti, nel corso dei consueti servizi di prevenzione effettuati nell’ambito della stazione ferroviaria, il personale della Polizia di Stato in servizio presso il Settore Operativo di Bologna Centrale ha tratto in arresto in flagranza di reato un cittadino italiano, L.B. classe 1975, per aver tentato di rapinare un negoziante in via Don Minzoni.

Stando ai fatti, la pattuglia del settore Operativo, al rientro dal consueto giro di controllo degli scali ferroviari cittadini, è intervenuta per un tentativo di rapina comunicato via radio dalla Sala Operativa della Questura, ai danni di un negoziante di generi alimentari, aggredito all’interno del proprio esercizio commerciale da un individuo che aveva tentato di sottrargli alcune banconote dalla cassa. Gli agenti al loro arrivo sono riusciti con grande fatica ad immobilizzare il malvivente a causa del forte stato di agitazione in cui si trovava. Si è reso necessario l’intervento del personale medico che, presso l’ospedale S. Orsola, ha certificato l’assunzione da parte dell’aggressore di sostanze stupefacenti e alcool.

Pertanto L.B. veniva tradotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per i reati di tentata rapina, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Inoltre durante i controlli effettuati in stazione, personale Polfer ha identificato tre giovani ragazze intente a salire su un treno diretto a Monaco di Baviera, in possesso di documenti contraffatti validi per l’espatrio. Agli agenti operanti non sfuggiva infatti che due dei tre documenti riportavano lo stesso numero, e che tutti erano privi dell’indicazione di rilascio della Questura con relativo timbro ad umido.
Le giovani, di nazionalità somala, dopo aver declinato le generalità, venivano condotte presso uffici di Polizia Scientifica della locale Questura per approfondire i controlli, dai quali emergeva, grazie al precedente fotosegnalamento effettuato in Lampedusa all’arrivo in Italia, che le generalità fornite erano errate, e che le giovani erano minorenni.

Le tre hanno ammesso quindi che i veri dati erano quelli relativi al primo ingresso in Italia, ma sono state comunque deferite all’Autorità Giudiziaria minorile per il reato di possesso e fabbricazione di documenti d’identità falsi.