regeni-s-martinoDa qualche giorno svetta anche sul Municipio di San Martino in Rio lo striscione, con scritta nera su sfondo giallo, “Verità per Giulio Regeni”, simbolo della campagna promossa da Amnesty International per chiedere che sia fatta piena luce ed emerga la verità sul caso del giovane italiano scoparso e trovato morto al Cairo. Il consigliere comunale del Pd Alberto Marastoni ha presentato l’ordine del giorno sul tema, che ha impegnato il Comune ad esporre lo striscione. L’odg è stato approvato all’unanimità. “La vicenda di Giulio Regeni – commenta Marastoni – è qualcosa di tremendamente assurdo, che tocca profondamente ognuno di noi. Giulio Regeni era un ragazzo intraprendente e brillante, volenteroso di impegnarsi e studiare per imparare a conoscere culture diverse. La barbarie a cui è stato sottoposto è qualcosa di abominevole, ed è sconvolgente il fatto che non si abbiano ancora notizie sul perché dell’accaduto e su chi siano i responsabili di tali torture. Inoltre, il fatto che il suo non sia un caso isolato e che le sparizioni forzate in Egitto siano ormai una cosa abituale è intollerabile al giorno d’oggi. Ci siamo voluti schierare, assieme ad Amnesty International, in questa battaglia, consapevoli che anche il nostro piccolo aiuto potrebbe essere fondamentale per scoprire la verità su queste sparizioni e questi atti di disumana crudeltà”.

Il Sindaco Paolo Fuccio plaude all’iniziativa: “Il Consiglio Comunale ha votato insieme, all’unanimità, un atto politico congiunto per richiedere verità e giustizia. Siamo di fronte a una bruttissima storia di omertà, depistaggi e reticenze, una vita straziata e una mamma che non riabbraccerà più il proprio figlio”.

Giulio Regeni, 28 anni, friulano, si trovava al Cairo per svolgere attività di ricerca sui sindacati indipendenti egiziani. Risale al 25 gennaio la denuncia della scoparsa. Il corpo fu ritrovato con evidenti segni di tortura il 3 febbario in un fosso alla periferia del Cairo. Le indagini, che non hanno trovato la piena e incondizionata collaborazione del Governo egiziano, non hanno ancora portato all’individuazione dei colpevoli. Amnesty International sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione per non permettere “che l’omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante “inchieste in corso” o per essere collocato nel passato da una “versione ufficiale” del governo del Cairo”.