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Aveva trovato l’occasione, almeno così pensava: un’ampia abitazione da condividere con gli amici  in estate a Riccione, nella riviera romagnola, al prezzo di 1.300 euro per una settimana. Un affare, vista la data di prenotazione in alta stagione. E così un 22enne reggiano dopo aver contatto l’inserzionista telefonicamente ed aver ricevuto le foto dell’appartamento, rassicurato sulla reale fattibilità dell’affitto aderiva alla richiesta del locatore versando il 50% del canone d’affitto pattuito ovvero 650 euro che accreditava sull’iban fornitogli. Con l’approssimarsi della partenza non riuscendo a contattare l’inserzionista, si recava a Riccione accertando l’effettiva presenza dell’immobile corrispondente a quello delle foto che aveva ricevuto via mail accertando tuttavia che nell’appartamento era di proprietà di una famiglia che vi abitava estranea ala trattativa di affitto. Materializzato di essere stato truffato al ragazzo non è rimasto altro da fare che formalizzare la denuncia.

Le indagini dei Carabinieri di Luzzara si spostavano quindi nella riviera ligure di ponente in quanto la l’utenza telefonica utilizzata per portare avanti la trattativa d’affitto da parte dell’inserzionista era intestata ad un ragazzo di Sanremo così come il conto a cui era associato l’iban dove il giovane reggiano aveva versato la caparra di 650 euro ignaro di essere incappato in una truffa. I riscontri tra gli accertamenti sull’utenza cellulare, il conto su cui è confluito l’ammontare della caparra e le indagini telematiche sul sito dove l’annuncio trappola era stato pubblicato, hanno portato a un 20enne di Sanremo. A suo carico i Carabinieri di Luzzara hanno acquisito incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa per la cui ipotesi delittuosa è stato denunciato. Secondo le prime risultanze d’indagine dei Carabinieri di Luzzara con lo stesso modus operandi l’odierno indagato ha raggirato, sempre nell’estate di quest’anno, altri aspiranti turisti dimoranti in altre province italiane a cui proponeva case nella riviera romagnola e nel Salento. Per i truffati l’amarezza di non aver potuto fare le ferie e la speranza, grazie alle risultanze investigative dei Carabinieri, di poter ottenere in sede processuale il giusto risarcimento.