lavoro_1In Emilia-Romagna è “rosa” quasi un’impresa su quattro. Sono soprattutto ditte individuali, con una significativa crescita delle società di capitale, operano principalmente nei servizi. Questa la fotografia scattata da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio nell’indagine Movimprese (fonte InfoCamere). Al 30 settembre scorso le imprese attive femminili sono diventate 85.336, pari al 20,8 per cento del totale delle aziende regionali, con un leggero incremento rispetto alla stessa data del 2015 (+267 unità, pari allo 0,3 per cento).

Le imprese in rosa sono aumentate nei due terzi delle regioni italiane: nel complesso nel Paese, le imprese femminili (1.160.348) sono aumentate dello 0,6 per cento. L’incremento più rapido si è avuto in Basilicata (+1,8 per cento) e nel Lazio (+1,4 per cento).

La forma giuridica. L’incremento delle imprese femminili è da attribuire sostanzialmente alle società di capitale, che sono aumentate rapidamente (+449 unità, pari al 34 per cento) e sono giunte al 16,1 per cento del totale, grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Questa però, motiva anche la sensibile riduzione delle società di persone (-333 unità, -2,4 per cento). Le ditte individuali hanno mostrato una maggiore tenuta e sono in lieve aumento (+0,2 per cento, +133 unità).

Settori di attività economica. La leggera crescita delle imprese femminili è determinata da quelle dell’insieme dei servizi, che crescono dello 0,7 per cento (422 unità), con la rilevante eccezione dell’insieme del commercio al dettaglio (-298 unità, -1,7 per cento). I maggiori contributi sono venuti dalle altre attività dei servizi (+251 unità, +2,6 per cento), trainate dai servizi alla persona, e dalle attività immobiliari (+83 imprese, +1,5 per cento). D’altro canto, la crisi passata incide ancora, ma meno ampiamente del passato e in minore misura per le imprese femminili, sui settori produttivi tradizionali: agricoltura (-108 imprese, -0,8 per cento), manifattura (-0,4 per cento) e costruzioni (-0,8 per cento).

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