ecomondoFare fronte comune per difendere una risorsa preziosa dal punto di vista ambientale, ma anche turistico ed economico: la costa. Condividere su scala nazionale ed europea conoscenze, informazioni cartografiche, metodi e strumenti di contrasto all’erosione e al cambiamento climatico. Focalizzare come e dove reperire le risorse sabbiose disponibili per i ripascimenti ed analizzare le tipologie di intervento più efficaci.

Questi gli obiettivi delle Linee guida elaborate dal Tavolo nazionale sull’erosione costiera, che oggi, nella giornata inaugurale di Ecomondo, sono state presentate a Rimini. E proprio all’Emilia-Romagna è stato affidato il coordinamento per la loro stesura, che ha visto impegnate, oltre al ministero dell’Ambiente, tutte le 15 regioni costiere, Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e la comunità scientifica.

“Abbiamo assicurato il nostro contributo per permettere all’intero Paese di compiere un passo avanti importante per il futuro dei suoi litorali- ha sottolineato nel suo intervento l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa, Paola Gazzolo-. Le Linee guida fanno tesoro dell’esperienza di avanguardia che l’Emilia-Romagna ha condiviso sul Tavolo nazionale e puntano a mettere a sistema esperienze e buone pratiche sviluppate negli ultimi decenni. Ne è un esempio il maxi intervento da 20 milioni di euro per il ripascimento della costa romagnola, che ha permesso in tempi record, 82 giorni, di portare sulle spiagge del litorale da Ferrara a Rimini, 1 milione e 200 mila metri cubi di sabbia sottomarina di ottima qualità”.

Tre i punti sui quali l’Emilia-Romagna chiede ora di intervenire. Lavorare sempre più attraverso piani strategici pluriennali, che si basino sulla prevenzione dei rischi, la preparazione e l’intervento in emergenza. Fare squadra tra Regioni, nel Paese e nel contesto internazionale, per l’attuazione dei grandi interventi strategici e la ricerca di nuove risorse: è necessario ridurre i costi e reperire fonti costanti di finanziamento, a livello nazionale ed europeo. Infine, lavorare per un quadro normativo di riferimento che includa chiaramente l’erosione costiera nel quadro delle norme sul dissesto: ad oggi è considerato principalmente solo il rischio di ingressione marina collegato a quello da alluvione.

“Solo così potremo raggiungere un buon grado di sostenibilità dello sviluppo delle zone costiere- ha aggiunto Gazzolo-. E per costa sostenibile intendo resiliente, quindi capace di adattarsi alle future incertezze del cambiamento climatico; produttiva e attrattiva dal punto di vista economico e turistico; diversificata e salutare, con acqua e aria pulite, e distintiva, cioè capace di mantenere la specificità delle zone costiere, ricche di un patrimonio storico, culturale e paesaggistico di grande valore”.