E’ pienamente legittima la nomina dei direttori generali della Regione decisa il 25 gennaio scorso dalla Giunta. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato che ha respinto l’appello presentato dal sindacato dei dirigenti DIRER, per il quale la scelta dell’esecutivo regionale sarebbe stata non conforme alle norme. Viceversa, il Consiglio di Stato nella sua ordinanza richiama il pronunciamento di maggio con cui il Tar dell’Emilia-Romagna aveva respinto la richiesta di sospensiva del DIRER della delibera della Giunta sulle ‘Linee di indirizzo della riorganizzazione della macchina amministrativa regionale’ e i successivi atti collegati, ravvisando “l’inconsistenza dell’argomentazione rilevante che il conferimento degli incarichi di direttore generale sia avvenuto in favore di soggetti esterni alla Regione”.

Viene dunque confermata la regolarità della nomina ai vertici delle nuove Direzioni generali, istituite nell’ambito della riorganizzazione della macchina regionale: ‘Gestione, sviluppo e istituzioni’; ‘Cura del territorio e dell’ambiente’; ‘Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa’; ‘Agricoltura’.

Il Consiglio di Stato ha condannato gli appellanti al pagamento delle spese.

Sulla medesima vicenda, il DIRER ha perso anche davanti al Giudice del lavoro presso il Tribunale di Bologna, pronunciatosi ieri a favore della Regione.

“Dopo quella del Tar- afferma il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Andrea Rossi- dal Consiglio di Stato arriva un’altra ordinanza che conferma la regolarità delle nostre scelte e ciò che abbiamo detto fin dall’inizio di fronte ad attacchi fortemente pregiudiziali, e cioè che le nomine erano state fatte seguendo le norme e le procedure, norme e procedure peraltro mai contestate prima rispetto ad incarichi di carattere fiduciario. Nomine, e lo voglio ribadire, avvenute nell’ambito di una riforma che ci ha visto dimezzare le direzioni regionali, portate da dieci a cinque, ridurre i servizi e ruotare gli incarichi, aprendo così spazi di crescita per le posizioni intermedie e avviando un percorso che porterà al ricambio nei ruoli dirigenziali. Il tutto con un risparmio a regime di 36 milioni di euro”.