Sarà visitabile anche in occasione delle festività natalizie, la mostra “La complessità del segno. Problemi e curiosità dell’incisione classica” allestita al piano terra della biblioteca Panizzi. Curata da Zeno Davoli con la collaborazione di Chiara Panizzi e il sostegno della Fondazione Manodori, la mostra mette in luce i progressi del lavoro svolto in più di trent’anni dal Gabinetto delle Stampe e dei Disegni “Angelo Davoli” della Panizzi, alle prese con il riordino della raccolta di 40mila incisioni – oltre un centinaio quelle in mostra – che gli eredi del collezionista reggiano hanno donato alla loro città e, per essa, alla biblioteca.

Gli orari di apertura della mostra corrispondono a quelli della biblioteca:  fino al 21 gennaio l’esposizione sarà visitabile da lunedì a sabato dalle 9 alle 20, eccezione fatta per i sabati 24 e 31 dicembre, quando la chiusura sarà anticipata alle 12,30. Domenica 25, lunedì 26 dicembre e venerdì 6 gennaio la biblioteca resterà chiusa.

Come si legge anche nel testo introduttivo del volume dedicato alla mostra, nella raccolta che Davoli a suo tempo fece non per fini artistici ma storici – i vari pezzi gli servivano come supporto alla stesura di un catalogo che potesse rivaleggiare coi grandi cataloghi stranieri – si trova di tutto: sono cioè documentati i fenomeni grandi e piccoli dell’arte, comprese le manie, le illusioni, le speculazioni che essa di volta in volta ha alimentato. Tanti i punti di forza della mostra, dall’incisione come testimone del gusto e della cultura dell’epoca in cui è stata prodotta, al reimpiego delle lastre, dalla problematica delle copie, dei falsi e degli stati, alle variazioni imposte dalla censura sia laica che religiosa. Suddiviso in dieci sezioni, il percorso espositivo include tra gli altri i lavori di Albrecht Dürer, che affinò la tecnica xilografica fino a regalarci capolavori eterni, del bolognese Marcantonio Raimondi, di Giuseppe Maria Crespi e Ludovico Mattioli, due incisori bolognesi operanti tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, di Simone Cantarini.